In Romania divampa la protesta con il dittatore Nicolae Ceausescu. Il papà di Joan, un medico, prova a mettere il figlioletto in salvo, ma è freddato in strada da un cecchino con due proiettili. Passano gli anni e Ioan (Eduard Gabia), abile meccanico, è convinto da un suo amico a seguirlo a Roma.
Al confine si scopre che l’amico non ha il passaporto in regola e Joan si trova da solo nella Capitale con poco denaro addosso. Dorme per strada e, con la complicità di un altro vagabondo, scopre che, eludendo la sorveglianza, può lavarsi, gratis, nei bagni degli scantinati della Stazione Termini.
Qui incontra Michele (Luca Lionello), addetto alle pulizie, un uomo che anche lui, dopo aver abbandonato la famiglia, per trasferirsi dall’Abruzzo a Roma, è alla ricerca della propria indipendenza economica, Essendo in bolletta, Michele gli propone di dormire da lui per una cifra abbordabile; Joan accetta e inizia a lavorare come meccanico da uno sfasciacarrozze.
Lui e Michele diventano amici ma Michele è sempre più inquieto perché, dopo aver sgobbato per qualche settimana, nella speranza di essere assorbito come lavoratore a tempo indeterminato, si sente sempre ripetere dai padroni che il suo contratto è scaduto e che sono costretti a licenziarlo.
Dopo un’ispezione della Guardia di Finanza, il padrone comunica a Joan che non può più lavorare da lui. E proprio quando la fortuna sembra voltare le spalle a Joan, Laura (Chiara Caselli), una fotografa di moda, gli chiede di seguirlo a Milano e, a sua insaputa, lo immortale nudo in una foto per una campagna pubblicitaria. Joan decide di tornare a Roma e di tornare in Romania per realizzare con Michele il sogno di aprire un ristorante italiano alle foci del Danubio ma…
Amoruso mescola il classico buddy-movie e mostra due protagonisti, un italiano e uno straniero, accomunati dallo stesso destino; la ricerca di un lavoro che possa dare loro stabilità e un pizzico di sicurezza per il futuro.
l regista abruzzese, senza sposare i toni del film militante punta alla denuncia sociale (da antologia il discorso off di Berlusconi sul finale che ribadisce che in Italia la crisi economica non esiste e che è solo un’invenzione della sinistra) e mostra, impietosamente, le misere condizioni nelle quali versano chi, senza un tetto e un’occupazione, combatte la quotidiana battaglia della sopravvivenza, Amoruso descrive Michele come uno sbandato che vive in uno spoglio appartamento e a stento riesce a pagare l’affitto ad una sedicente attrice (Luciana Littizzetto).
L’incontro con Joan, Joan gli ridà fiducia e speranza ma l’illusione di poter dare una svolta alla propria vita sarà effimera al pari di quella di Jona che, sul finale, scoprirà come Laura lo abbia mentito e sfruttato, a sua insaputa, la sua immagine. Il titolo del film fa riferimento, infatti, alla campagna pubblicitaria che vede Joan protagonista che lo mostra nudo e recita: “Vestiamo la rivoluzione.”
Luca Lionello candidato come miglior attore non protagonista ai David di Donatello e ai Nastri d’argento. Nomination Nastri d’argento ai produttori.
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