Dagobert di Dino Risi – Italia, Francia – 1984

27 Febbraio 2024 | Di Ignazio Senatore
Dagobert di Dino Risi – Italia, Francia – 1984
Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore
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Agli inizi del settimo secolo dopo Cristo, nell’Europa travagliata da guerre, carestie e invasioni vivono tre eminenti figure; a Roma, distrutta dai barbari di Alarico, c’è il severo Papa Honorius I  (Ugo Tognazzi).

A Oriente l’ambizioso e scaltro imperatore Heraclius I, (Marcello Bonini Olas), erede dell’antico trono di Bisanzio e, al di là delle Alpi, Dagobert I (Coluche), il rozzo, ingenuo e volgare re dei Franchi, della dinastia dei Merolingi.

Quest’ultimo, ossessionato dall’idea di andare all’Inferno, per colpa della vita dissoluta, è in viaggio verso Roma per chiedere al Papa di mondare i suoi peccati.

Mentre si sollazza con le sue concubine, costringe frate Oratius (Michel Serrault), a recitare per suo conto decine di preghiere al giorno.

Lungo il viaggio è assalito dai barbari che uccidono i suoi soldati e rapiscono le donne. Dagobert si mette miracolosamente in salvo e con lui il Oratius e la bella Crodilde (Isabella Ferrari).

Dopo essere stato raggiunto dalla moglie Nantilde (Karin Mai), Dagobert prosegue il suo cammino e giunge a Roma al cospetto di Honorius I.

Ma il pontefice è stato rapito e al suo posto c’è Introcchio (Ugo Tognazzi), un attore di atellane, suo sosia  che, in combutta con Heraclius I (Marcello Bonini Olas), gli propone di sposare la sensuale Héméré (Carole Bouquet), figlia dell’Imperatore di Bisanzio, così da rinsaldare il proprio impero e soggiogare poi quello di Francia.

Il finto Papa è smascherato e Dagobert ritorna in patria.

Il perfido Oratius lo avvelena con una spilla e regna con Héméré, nominata regina.

 

Risi, poco ispirato, dirige una commedia grottesca sui guasti e la corruzione del potere e mette in campo un re cialtrone, che soffre di dissenteria e corre dietro ad ogni gonnella.

Dopo “La paura fa 90” e “Questa specie d’amore” Tognazzi é impegnato nuovamente in un doppio ruolo e si destreggia magnificamente nel passare dai panni del misurato e serafico Pontefice a quelli del vulcanico, logorroico e spumeggiante impostore, di certo, più scaltro e simpatico del vero Pontefice.

Di tanto in tanto, una voce fuori campo maschile, fa da fil rouge alla vicenda. Tra le concubine del re, una giovanissima Moana Pozzi.

Per un approfondimento sulla filmografia di Ugo Tognazzi, si rimanda al volume di Ignazio Senatore “Ugo Tognazzi”, edito da Gremese (2021), corredato da 800 foto, dall’antologia della critica e dai commenti di attori e attrici, e registi che hanno lavorato con lui.

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