Didier di Alain Chabat – Francia – 1997 – Durata 87’

4 Marzo 2024 | Di Ignazio Senatore
Didier di Alain Chabat – Francia – 1997 – Durata 87’
Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore
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Annabelle (Caroline Cellier) deve partire per un viaggio in Brasile e chiede all’amico Jean-Pierre (Jean-Pierre Bacri), modesto procuratore di calciatori, di badare a Didier, il suo bellissimo labrador.

Jean Pierre lo porta a casa e una notte, per uno strano sortilegio, complice la luna, Didier si trasforma in un uomo (Alain Chabat).

Superata la sorpresa, Jean Pierre ha un bel da fare per cercare di “educare” Didier che, in pubblico si comporta, naturalmente, come un cane; annusa tutti, saltella e si mette a raspare.

Un giorno Didier è accompagnato da Jean – Pierre in un parco pubblico; alcuni osservatori restano colpiti dalla velocità e dal suo controllo di palla e lo ingaggiano in una squadra di Prima Divisione.

 E’ il grande giorno della sfida con il Paris St. Germain e Didier scende in campo con la maglia numero 5 ma, avulso completamente dal gioco di squadra, indisciplinato tatticamente e troppo individualista, è richiamato in panchina.

Il portiere titolare si infortuna e quello di riserva si fa espellere. All’allenatore non resta che mandare in porta Didier che compie miracoli e, dopo aver, improvvisamente, dribblato mezza squadra avversaria e spedito il pallone in cielo, segna un gol da favola. Ma la luna splende nuovamente sui cieli di Parigi e…

Commedia grottesca, allegra e vivace, campione d’incassi in Francia, assolutamente originale. L’idea di partenza è assolutamente insolita ed al limite della verosimiglianza ma, il regista riesce a rendere credibile la vicenda, anche grazie a dei dialoghi gustosi e divertenti.

Per tutto il film lo spettatore può godersi i disperati e simpatici sforzi di Jean Pierre, tutto preso ad insegnare a Didier come comportarsi in pubblico ed apprendere i più elementari rudimenti del calcio. Le scene che vedono in campo Didier sono esilaranti ed alcune trovate comiche sono impareggiabili come quella di Didier che semina il panico nella difesa avversaria, entra al limite dell’area di rigore ma, sul più bello, inspiegabilmente, fa dietrofront e ritorna nella propria metà campo.

Non è da meno la scenetta di Didier che segna un goal e, grazie alla sua travolgente esultanza, i calciatori della sua stessa squadra festeggiano, come lui, “scodinzolando”.

Divertente, infine, la scenetta di un cronista televisivo che vuole intervistare Didier negli spogliatoi, prima del match; lui, naturalmente, non sa spiaccicare una parola ed è salvato in calcio d’angolo da  una geniale intuizione di Jean Pierre.

Chabat arricchisce la vicenda con dei continui colpi di scena, lascia sullo sfondo la love story tra Jean Pierre e Maria ed affida alla fatidica partita contro il Paris St. Germain, un discreto spazio ed alterna ai primi piani dei simpatici telecronisti, qualche zoomata sui pittoreschi spettatori che sugli spalti fanno un tifo sfrenato, qualche ripresa dall’alto dello stadio e tanti primissimi piani del pallone che segue le traiettorie impazzite di Didier.

Da segnalare la presenza di tantissimi calciatori francesi che si sono prestati a far da comparsa per la partita finale. 

Per gli amanti dei film che ruotano intorno a dei cani-calciatori, si segnalano tre film: Un centravanti a quattro zampe di Tony Giglio, Air bud 3 di Bill Bannerman e Soccer dog Asso del pallone di Sandy Tung.

 

Per un approfondimento sul tema si rimanda al volume di Ignazio Senatore “Quando il cinema fa goal. I100 film più belli sul calcio”, edito da Absolutely Free.

 

 

 

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