Il sedicenne Rocky Dennis (Eric Stoltz) è affetto una leontiasi, una rarissima malattia che gli ha trasformato il volto in una maschera mostruosa. Simpatico, vitale e carico di auto-ironia, Rocky è il beniamino della scuola e degli amici di sua madre Rusty (Cher) una donna energica e sbandata che non disdegna di far uso di alcolici e di droghe.
Rocky accetta di fare da vice assistente in un campeggio per ciechi dove incontra Diana (Laura Dern), una ragazza ipovedente, di cui s’innamora. Al ritorno a casa Rocky scopre che Ben (Lawrence Momoson) ha trovato lavoro e non vuole più partire con lui per l’Europa. Deluso perché vede infrangersi il sogno della sua vita, Rocky ritorna da Diana e scopre che lei deve partire per frequentare la scuola. Giunto a casa muore nel sonno.
Bogdanovich evita di scadere nel sentimentalismo e dirige una pellicola che pur, grondando di buoni sentimenti, è abbastanza irregolare e scanzonata. Per tutto il film Rocky, ragazzo dal cuore d’oro, allegro e disponibile, sembra reggere il peso di una malattia che lo ha ridotto ad avere, fin dalla nascita, un volto sgradevole ed inguardabile. Animo tenero e sensibile, colleziona le figurine dei giocatori dei Dodgers, scrive poesie e vince il premio come migliore alunno dell’anno. Vittima di un destino che lo inchioda a non poter fare il filo a Lisa, la studentessa più carina della classe, con il suo animo sensibile, riesce a sciogliere il cuore di Diana, un’adolescente infelice quanto lui. Grazie a Rusty, Rocky ha imparato ad affrontare la vita a muso duro e, per tutta a durata del film, non si concede mai un crollo, né un cedimento emotivo. In una delle scene più evocative del film è al Luna Park e per la prima volta, di fronte agli specchi deformanti, vede il proprio volto assumere delle sembianze (quasi) umane. Bogdanovich non spettacolarizza la sofferenza del protagonista ma pecca nell’adultizzarlo troppo e nel sottolineare, smaccatamente, che la vera bellezza è solo quella interiore. Sullo sfondo gli inseparabili amici di Rutsy, motociclisti in stile Hell’s Angels perennemente in sella sulle loro fiammanti Harley-Davinson. Brani di Bob Geiger e dei Beatles. Premio a Cher al Festival di Cannes come migliore attrice protagonista. Premio Oscar per il migliore trucco.
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