Dietro l’angolo (Around the bend) di Jordan Roberts – USA – 2004 – Durata 85’

25 Gennaio 2022 | Di Ignazio Senatore
Dietro l’angolo (Around the bend) di Jordan Roberts – USA – 2004 – Durata 85’
Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore
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Un incidente d’auto stronca la vita dell’adorata moglie e Turner Lair (Cristopher Walken), tossicodipendente ed ubriacone, tramortito dal dolore, abbandona Jason (Josh Lucas), il suo bambino di due anni e scompare nel nulla. Dopo trent’anni, evade dal carcere e ritorna a casa e scopre che il padre Henry (Michael Caine) si era preso cura allora del piccolo Jason e successivamente del nipotino Zach (Jonah Bobo) di sei anni. Turner vuole fermarsi solo una notte ma Henry, archeologo in pensione, è un tipo eccentrico e, dopo essersi suicidato, nel testamento detta le sue ultime volontà; figlio e nipoti devono spargere le sue ceneri ad Albuquerque, la sua città natale e, seguendo un determinato itinerario, di città in città, devono fare tappa ogni giorno in uno dei fast food delle catene Kentucky Fried Chicken. Nel corso del viaggio Turner, Jason e Zach sono costretti a guardarsi in faccia ed a fare i conti con se stessi.

Il regista dissipa una vicenda (l’incontro di tre generazioni di maschi (nonno, padre e figlio) che meritava di essere svolta in maniera più intima e raccolta. In questo road-movie incolore la miccia non esplode e, nemmeno il suicidio del vecchio Henry, riesce a sciogliere i cuori dei protagonisti che, per tutta la durata del film, si scambiano solo battute superficiali ed emotivamente freddi e silenti, continuano a  vagare stancamente per gli States solo per rispettare le ultime volontà del vecchio patriarca.  Per tutto il film Turner, non versa una lacrima, non s’intenerisce  di fronte al suo simpatico ma sfortunato nipotino e conservando un atteggiamento distaccato nei confronti di Jason, invece di chiarire al figlio le ragioni del suo abbandono, liquida la faccenda, con un secco e deciso:“Parliamo di adesso, del presente, perché di storie del tempo passato non possiamo farci più niente e non mi va di discuterne.”  Roberts chiude malamente la vicenda con la morte di Turner, affetto da una grave insufficienza renale ma, per fortuna, evita di scivolare nel patetico e nel lacrimevole.

 

 

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