Domani andrà meglio (Ça ira mieux demani) di Jeanne Labrune – Francia – 2000 – Durata 89’

Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore

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Lisabeth (Jeanne Balibar) aspirante scrittrice, ha ereditato dalla madre, con la quale non aveva degli ottimi rapporti, un antico comò. Lei non vuole cederlo alle sorelle, ma non vuole tenerlo in casa ed allora decide di spostarlo in cantina e proteggerlo con della plastica. Mentre è sul punto di acquistarla, incontra Sophie (Nathalie Baye) che la dissuade all’acquisto perché, a suo dire, il legno non potrebbe più respirare. Nevrotica ed insicura, Lisabeth inizia a ronzare sempre più freneticamente intorno a Sophie alla quale, dopo tanta insistenza, regala il comò. L’ingresso in scena di Marie (Isabelle Carrè), di Frank [Didier Bezace) e di altri personaggi frustrati ed insoddisfatti chiudono la vicenda.

Diviso in cinque capitoli, corrispondenti ai primi cinque giorni della settimana, questa commedia, non irresistibile, parte da un esile pretesto (l’incontro tra Sophie e Lizabeth nel negozio) e non è arricchita da una vera e propria trama. Il regista diluisce la vicenda con dei dialoghi fiume tra Sophie e Lisabeth a cui non riesce dare vitalità e spessore, ed inserisce qualche piccolo imprevisto a sorpresa. La vicenda è slegata, ma il clima muta quando entra in campo il dottor Xavier, (Jean-Pierre Darroussin) uno bizzarro personaggio, marito di Sophie che, utilizzando due studi attigui, in uno lavora come psicoanalista e nell’altro (con uno pseudonimo) come osteopata. L’idea della doppia professione del protagonista è geniale ma meritava uno sviluppo maggiore ma, con acume, il regista sottolinea come, indipendentemente dalla professione che Xavier esercita, chiunque entri in contatto con lui sia spinto a confidargli i propri segreti più intimi e personali. Da segnalare, infine, un commento sarcastico che Frank rivolge a Xavier: “Dieci anni fa se non eri in analisi passavi per un cretino mentre adesso se ci vai, sei un pecorone.”  .