Doppio taglio di Robert Marquand – USA – 1985 – Durata 107’

Un uomo, con il volto mascherato, lega a letto la miliardaria signora Forrester e, dopo averla seviziata, con un coltello da caccia, la uccide.

Jack Forrester (Jeff Bridges), marito della vittima, e direttore del San Francisco Times, è accusato del duplice delitto.

A difenderlo è incaricata Teddy Barnes (Glenn Close), brillante avvocatessa, separata dal marito. A reggere l’accusa è Thomas Krasny (Peter Coyote), procuratore distrettuale, oggetto, da tempo, dei severi attacchi dalle colonne del giornale dell’imputato e, come lui, è in corsa per la futura carica di senatore.

Forrester racconta alla Barnes che amava la moglie, che le era stato sempre fedele e che il loro matrimonio andava a gonfie vele. Tra l’imputato e l’avvocatessa nasce del tenero e lei è convinta della sua innocenza.

Durante le udienze la favoletta del matrimonio felice crolla e si scopre che entrambi avevano degli amanti e che, alla morte della moglie, Forrester sarebbe diventato l’unico erede dell’ingente patrimonio.

Nel corso delle udienze, si susseguono diversi colpi di scena e le certezze dall’avvocatessa vacillano sempre più.

Dopo aver anche ipotizzato di abbandonare la difesa del cliente, la Barnes vince la causa e fa assolvere Forrester.

In questo thriller, il cui titolo originale fa riferimento alla lama del coltello con la quale l’assassino seviziava le sue vittime, Robert Marquand (La cruna dell’ago, Guerre stellari- Il ritorno dello Jedi, Hearts of fire…) mescola il classico giallo con la sdolcinata love-story tra l’imputato e l’avvocatessa.

Per cercare di rendere più accattivante la vicenda e, come il genere impone, il regista lascia molto spazio alle scaramucce in aula tra Barnes e Krasny, due avvocati in gamba, ma con un passato non proprio limpido alle spalle: entrambi, infatti, non hanno avuto scrupoli a insabbiare prove che avrebbero scagionato un innocente.

Nel complesso, però, la confezione è patinata e la vicenda non spicca il volo.