Parigi. Una mano di un uomo, tranciata di netto, fugge da un laboratorio di dissezione anatomica e gira per la città in cerca del corpo a cui apparteneva. Contemporaneamente Naoufel deve consegnare una pizza a Gabrielle, se ne innamora ed escogita un piano per starle affianco. E se la mano in cerca del suo padrone fosse proprio quella di Naoufel? Con questo film d’animazione Jérémy Clapin, all’esordio in un lungometraggio, rimpolpa il numero di film (Amore folle, La mano del diavolo…) la cui narrazione ruota intorno ad una mano. Con un pizzico di tenera malinconia e delle marche horror, il regista intreccia le due storie principali con dei flashback (in bianco e nero) che rimandano all’infanzia tormentata di Naoufel. La love-story tra il giovane protagonista e Gabrielle è fresca e delicata. Meno coinvolgenti le peripezie che la mano deve affrontare, tra mille ostacoli, per ricongiungersi al corpo di Naoufel. Buona la colonna sonora. Tratto da romanzo “Happy hand” di Guillaume Llllaurant.
Recensione pubblicata sulla Rivista Segnocinema N. 225 – Settembre- Ottobre 2020
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