Anno 1556. Creta. L’isola è sotto la dominazione veneziana che, soffoca nel sangue chiunque provi a ribellarsi. Il giovane Domenicos Theotokopoulos (Nick Ashdon), promettente pittore, ruba il cuore della bella Francesca (Dimitra Matsouka), figlia del conte di Rimini, despota dell’isola, che si oppone fermamente alla loro relazione.
Dopo l’ennesima repressione, il padre di Domenicos, uno dei capi della rivolta, suggerisce al figlio di partire, assieme al fido Niccolò (Lakis Lazopoulos) per Venezia.
Grazie alla protezione di Francesca ed ai buoni uffici del frate Niño de Guevara (Juan Diego Botto), Domenicos entra a far parte della bottega di Tiziano (Sotiris Moustakas) che lo prende a cuore e, vista la difficoltà di pronunciare il suo cognome, lo chiama affettuosamente “El Greco”.
Il papà di Francesca vuole che la figlia sposi un vecchio danaroso e lei, per rimanere fedele all’amato, si fa suora. Niño de Guevara convince Domenicos a seguirlo a Madrid dove il pittore, grazie alle sue splendide rappresentazioni sacre, raggiunge ben presto fama e ricchezza.
Conosce Jerónima de las Cuevas (Laia Marull), che diviene la sua modella preferita e compagna inseparabile. I due, otto anni dopo, si trasferiscono a Toledo, ma Domenicos è sempre più inquieto.
I suoi quadri, infatti, sono ritenuti blasfemi e scandalosi dalla Chiesa, perché, pur dipingendo santi e altre figure sacre, prende a prestito, come modelli, uomini e donne del popolo. Su ordine di Niño de Guevara, divenuto il capo della Santa Inquisizione, El Greco è processato….
Tratto dalla biografia romanzata The painter of God di Dimitris Siatopulos, il film ha il passo del kolossal e il regista (Zero cell, Cavafy, God loves caviar…), grazie a un flashback, mostra il pittore che, prima di essere processato, ripercorre le tappe principali della propria vita.
Smaragdis lascia che la voce off del protagonista funga da collante alle diverse vicende e descrive il pittore come un uomo indissolubilmente legato alle proprie origini, costretto, per dipingere, ad abbandonare la patria e rifugiarsi prima a Venezia e poi in Spagna.
Il film non esente da qualche cedimento e perde, infatti, colpi quando scivola nel sentimentale, ma ha il pregio di mostrare El Greco come un uomo che, invece, di godersi fama e ricchezza, non si allinea al clima oscurantista voluto dalla Chiesa e, spirito libero, fronteggia a muso duro l’ex amico de Guevara e si batte, anche in nome dei poveri e degli oppressi contro gli orrori e le crudeltà della Santa Inquisizione, fino a rischiare di essere mandato al rogo.
Le scene che mostrano i capolavori del maestro sono una gioia per gli occhi. Musiche di Vangelis.
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