Carlo (George Eastman) ha accumulato debiti di gioco e, per tenere a bada strozzini e usurai, spinge la fidanzata, Francoise (Patrizia Gori), giovane modella, ad andare a letto con loro. Dopo aver posato per un servizio fotografico lei torna a casa e scopre che Carlo è a letto con un’altra donna. Carlo, violento ed insolente, la caccia via di casa e lei, spezzata dal dolore, si getta sotto un treno e, in una lettera indirizzata alla sorella Emanuelle (Rose Maire Lindt), spiega i motivi del suo disperato gesto. Emanuelle medita la vendetta, invita Carlo a casa sua, lo incatena in uno sgabuzzino, dotato di uno specchio unidirezionale e, dopo averlo drogato, lo costringe a vedere le effusioni che lei scambia con dei partner occasionali. Il suo piano prevede l’evirazione di Carlo ma, nel finale, l’uomo, nel corso di una colluttazione, la uccide. Ma accorre la polizia e Carlo per evitare l’arresto si rinchiude, per sempre, nello sgabuzzino-bunker.
Il film ha degli evidenti limiti estetici ma la vendetta di Emanuelle, seppur estrema e cervellotica è da antologia. Massaccesi si rifugia ogni tanto nell’erotico spinto ma regala, in chiusura del film, una scena dal sapore cannibalico, frutto dell’allucinazione di Carlo. Il finale, inaspettato, è dolorosamente tragico.
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