Hinkley, cittadina californiana. Erin Brockovich (Julia Roberts), tre figli e due matrimoni fallimentari alle spalle, è una vera forza della natura.
Disoccupata e al verde, è travolta da un automobilista e si rivolge a un avvocato Ed Masry (Albert Finney) per ottenere quanto le spetta.
Ma il legale non gioca bene le sue carte e perde la causa. Erin, delusa e arrabbiata, si presenta nello studio di Masry e, senza tanti peli sulla lingua, gli impone di assumerla.
Mentre archivia delle vecchie pratiche, si imbatte in alcuni referti medici contenuti in un fascicolo di vendite immobiliari e scopre che il colosso industriale Pacific Gas & Electric immette da tempo nelle acque di una cittadina del cromo esavalente, altamente cancerogeno, che provoca il cancro e una sequela di gravi malattie.
Supportata legalmente da Masry, Erin convince centinaia di abitanti a costituirsi parte civile contro il potente gigante del servizio pubblico e….
Sodeberg (Delitti e segreti, Traffic, Solaris, Ocean twelve….) dosa bene i tempi dell’azione e mostra Erin, una sorta di uragano che piomba nello studio del tranquillo e metodico Masry e lo trascina in un’epica battaglia legale.
Il film, infatti, si regge tutto sull’esplosiva e travolgente interpretazione di Julia Roberts, perfetta nei panni della intraprendente e decisa Erin, una donna che, pur di ottenere giustizia, non è disposta a mollare, né a scendere a compromessi.
Rispetto a Silkwood, diretto nel 1983 da Mike Nichols, che affronta un tema analogo (la malattia degli operai di una fabbrica dell’Oklaoma causata dal plutonio), Sodeberg sceglie di alleggerire i toni drammatici della vicenda, mescolandoli a quelli della commedia e intrecciandola con la love-story (sullo sfondo) tra Erin e George.
Lontano mille miglia dai film militanti e, fedele allo spirito “commerciale”, tipicamente a stelle e strisce, il regista di Atlanta lascia che la Roberts, in linea con il suo personaggio anticonvenzionale, scurrile e “politicamente scorretto”, si esprima in maniera diretta e tagliente.
A dare ancora maggior forza al suo personaggio il tocco del costumista Jeffrey Kurland, che le fa indossare minigonne mozzafiato e tacchi vertiginosi.
Tante le ragioni del successo del film (una trama ben oleata, un tema di impegno sociale che coinvolge sempre la coscienza degli spettatori, la recitazione compassata di Finney che fa da perfetto contro-altare a quella esplosiva della Roberts) ma soprattutto nella scelta di affidare a una donna come Erin, che non mastica legge, la battaglia contro la potente lobby industriale.
Meritatissimo Oscar a Julia Roberts come migliore attrice. Nomination Oscar come miglior film, regista, miglior attore protagonista (Albert Finney), miglior sceneggiatura originale (Susannah Grant).
Curiosità: la vera Erin Brockovich appare in veste di cameriera.
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