Erin Brokovich Forte come la verità di Steven Sodeberg – USA – 2000

12 Giugno 2025 | Di Ignazio Senatore
Erin Brokovich Forte come la verità di Steven Sodeberg – USA – 2000
Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore
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Erin Brockovich (Julia Roberts), tre figli, due matrimoni fallimentari alle spalle, disoccupata e al verde, è travolta da un automobilista e si rivolge a un avvocato Ed (Albert Finney), per ottenere il giusto risarcimento.

Ma l’avvocato, stanco e demotivato, non gioca bene le sue carte e perde la causa. Erin, delusa e arrabbiata, si presenta nello suo studio e, senza tanti peli sulla lingua, gli impone di assumerla.

Mentre archivia delle vecchie pratiche, Erin si imbatte in alcuni referti medici contenuti in un fascicolo di vendite immobiliari e scopre che il colosso industriale Pacific Gas & Electric immette da tempo nelle acque di una cittadina del cromo esavalente, una sostanza altamente cancerogena, che provoca tumori e una sequela di gravi malattie.

Supportata legalmente da Ed, l’esplosiva e travolgente Erin convince centinaia di abitanti a costituirsi parte civile contro il potente gigante del servizio pubblico e, dopo una strenua battaglia, costringe alla resa la potente compagnia.

Sodeberg (Delitti e segreti, Traffic, Solaris, Ocean twelve…) ambienta la vicenda a Hinkley, cittadina californiana e dosa bene i tempi dell’azione. Erin, una sorta di uragano che piomba nello studio del tranquillo e metodico Ed e lo trascina in un’epica battaglia legale.

Il film, infatti, si regge tutto sull’esplosiva e travolgente interpretazione di Julia Roberts, (premiata con l’Oscar come migliore attrice), perfetta nei panni dell’intraprendente e decisa Erin, che, a differenza del disilluso Ed, pur di ottenere giustizia, non è disposta a mollare, né a scendere a compromessi.

Rispetto a Silkwood, diretto nel 1983 da Mike Nichols, che affronta un tema analogo (la malattia degli operai di una fabbrica dell’Oklaoma causata dal plutonio), Sodeberg sceglie di alleggerire i toni drammatici della vicenda, mescolandoli a quelli della commedia e intrecciandola con la love-story (sullo sfondo) tra Erin e George (Aaron Eckhart).

Lontano mille miglia dai film militanti e, fedele allo spirito commerciale, tipicamente a stelle e strisce, il regista di Atlanta lascia che la Roberts, in linea con il suo personaggio anticonvenzionale, scurrile e “politicamente scorretto”, si esprima in maniera diretta e tagliente.

A dare ancora maggior forza al suo personaggio il tocco del costumista Jeffrey Kurland, che le fa indossare minigonne mozzafiato e tacchi vertiginosi.

Tante le ragioni del successo del film (una trama ben oleata, un tema di impegno sociale che coinvolge sempre la coscienza degli spettatori, la recitazione compassata di Finney che fa da perfetto contro-altare a quella dirompente della Roberts) ma soprattutto nella scelta di affidare a una donna come Erin, che non mastica legge, la battaglia contro la potente lobby industriale. Tratto da una storia vera.

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