Ex drummer di Koen Mortier – Belgio – Olanda – Francia- Italia – 2007 – Durata 104′

27 Marzo 2022 | Di Ignazio Senatore

Koen de Geyter (Norman Baert), sposato e padre di una bambina, è un pericoloso misogino e non disdegna, alla prima occasione, di stuprare la prima donna che incontra; Jan Verbeek (Gunter Lamoot), paralizzato a un braccio, è gay, ha un conflittuale e malsano rapporto con la madre ed è costretto  ad accudire il padre malato e legato a letto, per le sue spinte suicidarie;  Ivan Van Dorpe (Sam Louwyck), è mezzo sordo e soffre di evidenti disturbi mentali.

I tre contattano il famoso scrittore Dries (Dries Vanhegen) e gli chiedono se vuole suonare, in un solo concerto, con loro ma lo accettano solo se anche ha un handicap.

Dries dichiara di essere anche lui un handicappato, perché non sa suonare, e accetta la loro proposta, convinto che se s’immerge in quel mondo di emarginati e di personalità antisociali, può trarne l’ispirazione per un nuovo romanzo.

I tre sono culturalmente molto limitati e Dries, dopo aver messo a fuoco le loro debolezze e fragilità, diventa il leader del gruppo, denominato “The Feminist”. Con piglio aggressivo e violento, Dries bacchetta non solo i componenti del gruppo, ma anche i loro amici.

Non pago, decide quali pezzi suonare e, senza andare troppo per il sottile, li tratta con sufficienza dall’alto in basso. E’ il giorno del grande concerto e la loro band concorre con le altre, al primo premio. Ma la mente di Dries ormai deraglia sempre più…

Tratto dal romanzo di Herman Brusselmans il film, diretto da Koen Mortier, alla sua unica prova registica, è a dir poco politicamente scorretto, crudo, disturbante e consigliabile solo a stomaci forti. Sin dalle prime battute si comprende il regista, con il pretesto della nascita di una band, vuol mettere in scena quattro persone violente e mentalmente disturbate.

In questa perversa e cinica immersione nella follia umana, Mortier non fa sconti a nessuno e, coerentemente, alla musica heavy metal dei “The Feminist”, utilizza un linguaggio scurrile e pieno zeppo di parolacce. A rendere ancora più cupa e orrifica la vicenda, il finale splatter con il sangue che scorre a fiumi e inonda lo schermo.

Sin dalle prime battute, s’intuisce che Dries, pur dichiarando di voler frequentare quel mondo ricolmo di sordida violenza, solo per poter scrivere un romanzo, è più marcio degli altri componenti della band e che, per dar fondo alle proprie perversioni, non aspettava altro che cogliere al volo l’occasione che gli era stata offerta su un piatto d’argento.

Ad amplificare ancora di più l’apparente diversità tra Dries e gli altri componenti della band, l’appartamento elegante e moderno dello scrittore e le luride e spoglie topaie di Koen, Jan ed Ivan. Da salvare alcuni artifici stilistici; le riprese a testa in giù dei protagonisti mentre parlano e gli originali titoli di testa. Musiche per gli amanti dell’heavy metal. 

Per un approfondimento sul tema si rimanda al volume di Ignazio Senatore “Cantanti, musicisti e rock band”, edito da Arcana.

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