Fratelli di sangue di Davide Sordella – Italia –2005- Durata 85’

24 Gennaio 2020 | Di Ignazio Senatore
Fratelli di sangue di Davide Sordella – Italia –2005- Durata 85’
Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore
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Dopo essersi persi di vista per dieci anni, Sergio (Fabrizio Gifuni), il fratello minore Roberto (Fabrizio Rongione) e la loro sorellastra Lella (Barbora Bobulova) s’incontrano il giorno di Natale nella vecchia casa di famiglia. Sergio, carattere deciso, forte e spavaldo, in tutti questi è andato a vivere a Londra ed ha messo su famiglia; Roberto, fragile, timido ed introverso, ha, invece, allestito nella cantina di casa una stazione radio che, senza filtro e censura, manda in onda gli insulti, le offese ed i commenti razzisti degli ascoltatori contro negri, meridionali, fascisti, comunisti ed extracomunitari. Dopo gli abbracci ed i sorrisi di rito, Roberto incalza sempre più Sergio e lo invita a riandare con la memoria al Natale di dieci anni prima. Mentre Lella funge da spettatrice e li ascolta in silenzio, Sergio irride Roberto, risponde alle sue incalzanti domande in maniera generica e liquidatoria e gli ripete, fino alla noia, che non ha nulla da ricordare. Roberto allora rompe gli indugi e propone loro un gioco; ognuno, a turno, deve telefonare alla radio e svelare i segreti nascosti, riposti nel fondo della propria anima. Un finale tragico, cupo e spiazzante chiude la vicenda.

Pellicola a basso costo, coraggiosa, diretta con mano ferma da un regista all’esordio che sceglie uno stile asciutto e volutamente disadorno e che, sin dalle prime battute, immerge la vicenda in un’atmosfera malsana e claustrofobica che cattura, avvolge ed ipnotizza. Fedele ad un’ambientazione di stampo teatrale, Sordella lascia che l’intera vicenda si svolga nella disadorna e polverosa cantina dove i tre protagonisti andavano a giocare quando erano piccoli. Per tutta la durata del film, come una cantilena, Roberto ripropone a Sergio il medesimo interrogativo: “Cosa è successo la notte di natale dieci anni fa?”  Dopo aver assistito agli sferzanti e corrosivi scambi tra Sergio e Roberto, nel finale convulso, la verità salirà prepotentemente a galla; dopo aver fatto l’amore con lei Sergio aveva ucciso Lella, Roberto scoperto il cadavere della sorella, si era suicidato ed era stato incolpato della sua morte. Sordella alleggerisce la narrazione con la messa in onda di filmini amatoriali, in bianco e nero, che mostrano l’infanzia dei protagonisti e le ciniche, sprezzanti e volgari telefonate-verità amplificano ancor più il clima asfissiante della narrazione e ricordano allo spettatore che, in quello spazio buio e sotterraneo, non c’è spazio né per i segreti, né per le bugie. Da segnalare la sferzante ed amara considerazione di Lella che si rivolge a Sergio e gli dice: “Lo sai cosa è peggio di tutta questa merda, Sergio? E’ che alla fine in una famiglia ci si perdona” .Colonna sonora con Al chiaro di luna di Beethoven e Concerto 3 di Racmaninov.

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