Fuoco! di Gian Vittorio Baldi – Italia – 1968- Durata 86’ –B/N

14 Gennaio 2022 | Di Ignazio Senatore
Fuoco!  di Gian Vittorio Baldi – Italia – 1968- Durata 86’ –B/N
Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore
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In un piccolo paesino del viterbese, durante la processione del 15 agosto, Mario (Mario Bagnato), un giovane operaio disoccupato, spara dal balcone di casa alcuni colpi diretti alla statua della Madonna, generando l’inevitabile panico tra gli abitanti. Imploso in una rabbia e disperazione che non riesce neppure a verbalizzare, Mario si barrica nello spoglio, misero e disadorno appartamento con la moglie (Lidia Biondi), in dolce attesa, e la figlia neonata. I carabinieri, dopo aver circondato l’appartamento provano, invano, a convincerlo a desistere dai suoi propositi, ma Mario trascorre la notte insonne, sparando qualche colpo alla cieca dal balcone di casa e salendo e scendendo freneticamente, dalla scala interna dell’appartamento per verificare se la porta d’ingresso sia saldamente sbarrata. Al mattino, sempre più logorato e spossato, uccide la moglie, consegna la bambina ai carabinieri e s’arrende.

Girato interamente in presa diretta, con taglio asciutto, la vicenda narra della cupa e drammatica disperazione del protagonista, un emarginato che si ribella contro tutto ciò che lo circonda. Il regista non spiega perché Mario abbia deciso di barricarsi in casa e cosa abbia potuto scatenare la sua follia. Sin dalle prime battute il regista, lasciando intravedere il corpo esamine della suocera, riversa a terra nell’appartamento, getta un’ombra sinistra sul protagonista. Nel corso delle dodici ore che scandiscono la vicenda, tra uno sparo e l’altro e una furtiva sbirciatina tra le fessure delle persiane del balcone, Mario molla, nervosamente, qualche schiaffo alla moglie, la spintona, l’abbraccia e poi l’accarezza svogliatamente. La moglie, silenziosa, passiva, non reagisce ai maltrattamenti e, in un inaspettato scatto d’orgoglio, prova, invano, a ribellarsi ed a scuotere il marito, urlandogli in faccia un disperato: “No!, No!, No!”. Animali in trappola, sembrano entrambi vittime di un destino già scritto e segnato. Il regista riprende ossessivamente l’orologio della chiesa che scandisce lo scorrere del tempo e, per detenere la tensione, lasca che un amico carabiniere di Mario, provi, in maniera un po’ ingenua a convincerlo ad arrendersi.

Per i rimandi filmografici, le schede film ed un esaustivo approfondimento sul tema si rimanda ai volumi “Cinema Mente e Corpo” e “Cinema (italiano) e psichiatria” di Ignazio Senatore – Zephyro Edizioni.

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