Gino Bardi (Raf Vallone) è il calciatore più rappresentativo di una squadra di calcio che rischia di finire in serie B. Il giorno prima dell’incontro decisivo, Mara (Italia – Cosetta Greco) la sua amante, gli propone, in cambio di tre milioni, di non impegnarsi e di lasciare che la sua squadra perda.
Bardi è turbato, ma la scaccia. Involontariamente, un ragazzino ascolta la loro conversazione e Bardi lo prega di non rivelarla a nessuno.
L’indomani Bardi si sente stanco ed affaticato e si reca da un dottore per sottoporsi ad un controllo clinico, ma il medico, chiamato ad accorrere urgentemente al capezzale di un’altra ammalata, lo affida alle cure del suo assistente.
Dopo qualche ora Bardi scende in campo, ma la sua prestazione è decisamente sottotono ed il primo tempo la sua squadra è in svantaggio di un gol.
Nello spogliatoio si presenta il medico che, avendo esaminato gli accertamenti a cui Bardi si era sottoposto, l’invita a non scendere in campo, perché rischierebbe un infarto.
Bardi rispetterà le indicazioni del medico o, per evitare di essere accusato di aver venduto la partita, si farà travolgere dalla passione per i colori della propria squadra?
Pellicola in B/N, diretta da un maestro della vecchia guardia come Mario Camerini, che annovera come soggettisti autori del calibro di Franco Brusati, Lionello De Felice, Dino Risi, Ennio De Concini e come direttore della fotografia Mario Bava, futuro maestro dell’horror italiano.
Tutti questi elementi forniscono una solida base al film ed, anche se la sceneggiatura strizza l’occhio al melodramma, la vicenda è ben costruita ed affronta, con taglio drammatico, il delicato tema della corruzione sportiva.
In luogo del solito calciatore estroso, superficiale, farfallone e giocherellone, Camerini cuce addosso a Vallone il personaggio di un uomo imploso in se stesso, in bilico tra il desiderio di cedere alle richiesta dell’amante e quello di non tradire la propria professionalità.
Regista e sceneggiatori come era in voga in quegli anni, puntano sul tenero e disarmante bambino per scatenare i dubbi ed i sensi di colpa del protagonista e tratteggiano Bardi come un eroe epico che antepone il suo onore a quello della sua vita.
Raf Vallone, in auge al tempo, vantava un passato di giocatore nel Torino, prima di iniziare la carriera cinematografica.
Per un approfondimento sul tema si rimanda al volume di Ignazio Senatore “Quando il cinema fa goal. I100 film più belli sul calcio”, edito da Absolutely Free.
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