Il dottor John Markway (Richard Johnson), famoso antropologo ed esperto di parapsicologia, da anni conduce studi sulle casa infestate dai fantasmi. Per approfondire le sue ricerche decide di prendere in affitto nel New England la villa abbandonata di Abigait Crain, sulla quale pesa un’antica maledizione. La giovane moglie di Crain morì per un incidente prima di mettervi piede, sua figlia visse tutta la vita murata nella sua cameretta e la cameriera, dopo aver ereditato la villa, s’impiccò dopo essere impazzita. Nella speranza di poter raccogliere delle prove sul soprannaturale Markway, dopo una scelta accurata, seleziona Eleonor Lance (Julie Harris) e Theodora (Claire Bloom), due donne dotate di particolari poteri extrasensoriali che devono aiutarlo ad annotare ogni fenomeno sospetto. A far loro compagnia Luke (Russ Tamblyn), futuro proprietario della villa. Sin dalle prime battute i quattro sono testimoni di strani fenomeni che accadono nella villa: gemiti, urla e rumori sospetti, porte che si chiudono da sole. Eleonor sembra essere presa di mira dagli spettri; una voce l’invita a lanciarsi nel vuoto e successivamente trova una frase scritta con il gesso, sulla parete di un corridoio, che recita: “Eleonor, torna a casa”. Markway intuisce che la donna è sul punto di crollare psicologicamente e la costringe ad abbandonare la villa. Ma il tragico destino si abbatterà su di lei: morirà in un incidente d’auto nel punto esatto in cui era morta la prima moglie di Abigait Crain.
Wise è un regista troppo raffinato per frequentare il genere e, sin dalle prime inquadrature, si intuisce che non vuole dirigere l’ennesima pellicola sulle case infestate dai fantasmi. Dopo aver stornato l’attenzione dello spettatore sulle strane presenze che pullulano nella dimora di Crain, lascia spazio alla follia sopita e silente di Eleonor che però non deflagra mai davvero del tutto. Nonostante le buone intenzioni la pellicola risulta fredda e senz’anima e resta fondamentalmente incompiuta. Dal romanzo The haunting of hill house di Shirley Jackson.
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