Il piccolo David Mac Lean (Jimmy Hunt) è un appassionato di astronomia. Una notte si sveglia e vede atterrare sulla collina vicino a casa un disco volante. Allarmato, informa dell’accaduto il padre George (Leif Erickson) , un ingegnere che lavora in un centro spaziale. L’uomo si sta occupando di un progetto top-secret e incuriosito dall’affermazione del figlio si reca nel punto indicatogli. Mary (Hilary Brooke) sua moglie non lo vede più tornare e allarmata si reca alla polizia per denunciarne la scomparsa. Il mattino seguente George rientra a casa nervoso e irritabile, con lo sguardo nel vuoto e con una voce che sembra provenire dall’oltretomba. David scopre che gli hanno praticato un foro dietro la nuca e sospetta che quello che sta accadendo sia opera degli alieni. Nel giro di poche ore anche la madre e due poliziotti sono ridotti a dei fantasmi. David chiede aiuto al capo della polizia, ma scopre che anche lui è diventato preda degli alieni. La dottoressa Pat Blake (Helena Carter) è l’unica a credere alla sua storia e lo aiuta a mettersi in contatto con le alte sfere del Pentagono. Interviene l’esercito e fa esplodere il disco volante degli extraterresti.
Pellicola diventata oggetto di culto per il suo chiaro riferimento antimaccartista e contro la “caccia alle streghe”. Il regista contrappone il faccino tenero e lentigginoso di David agli alieni di colore verde che agiscono sulla mente degli umani, azzerandone emozioni e volontà. Suggestiva la raffigurazione del gran capo degli extraterrestri: una testa dorata, con strane appendici che partono dal collo, custodito gelosamente in una teca rotonda di cristallo. Di grande effetto le scene dei mulinelli di sabbia che risucchiano i terresti nelle viscere della terra per poi trasformarli in automi. Peccato che il regista rallenti eccessivamente la narrazione con inutili riprese dei carri armati, dei blindati e degli elicotteri che accorrono sul luogo dove è atterrato il disco volante. Il film ha avuto un remake, Invaders, girato nel 1986 da Tobe Hooper che è quasi identico all’originale, ma lascia più spazio all’ipotesi che tutta la vicenda non sia altro che un sogno/incubo del piccolo protagonista.
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