Grazie zia di Salvatore Samperi – Italia – 1967– Durata 94’ – B/N

Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore

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Alvise (Lou Castel), figlio di un industriale di provincia, convinto di essere paralizzato, è inchiodato su una sedia a rotelle ed  a nulla sono serviti gli interventi degli specialisti che lo hanno sottoposto, senza successo, anche ad ESK-terapia. I suoi genitori devono partire per un viaggio d’affari e lo affidano alla zia Lea (Lisa Gastoni), un medico che da anni trascina una stanca relazione con Stefano (Gabriele Ferzetti), un intellettuale pieno di sé, saccente e reazionario. Nonostante i comportamenti infantili e capricciosi di Alvise, Lea é attratta dal suo spirito ribelle ed anticonformista e, dopo aver troncato la relazione con Stefano ed aver abbandonato il lavoro, si lascia travolgere dal vortice della passione, fino ad aderire passivamente, ai malsani giochetti che Alvise le propone. In un crescendo sempre più folle, Alvise le chiede di praticarle un’iniezione letale e Lea, senza opporsi, aderisce ai suoi desideri. Fulminante film d’esordio di Salvatore Samperi, che ambienta la vicenda a Padova, sua città d’origine e confeziona assieme a I pugni in tasca di Bellocchio, uno dei film italiani più caustici e irridenti sullo sfacelo della famiglia e della società borghese. La pellicola suscitò al tempo scandali e proteste sia per il tema scottante dell’incesto sia per la morbosità che pervade l’intera narrazione. La colonna sonora (una marcetta militare ipnotica e straniante firmata da Ennio Morricone) è arricchita da Canzone vietnamita di Endrigo e da Dio è morto dei Nomadi.

Per i rimandi filmografici, le schede film ed un esaustivo approfondimento sul tema si rimanda ai volumi “Cinema Mente e Corpo” e “Cinema (italiano) e psichiatria” di Ignazio Senatore – Zephyro Edizioni.