Henry & June di Philip Kaufman – USA – 1990 – Durata 134’- V.M 14

30 Agosto 2024 | Di Ignazio Senatore
Henry & June di Philip Kaufman – USA – 1990 – Durata 134’- V.M 14
Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore
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Anno 1930. Parigi. Lo scrittore Henry Miller (Fred Ward) è alle prese con il suo romanzo Tropico del cancro e Anaïs Nin (Maria de Medeiros), giovane moglie del banchiere Hugo Guiler (Richard E. Grant), dopo aver pubblicato un saggio su David Lawrence, affida ad un diario intimo le proprie fantasie erotiche.

Henry è raggiunto a Parigi dalla moglie, la magnetica e sensuale June (Uma Thurman), che non disdegna avventure erotiche con delle donne e ha una relazione con Pop, un ricco che la copre di denaro.

Anais è irresistibilmente attratta da June, ma diventa l’amante di Henry.

In un vortice di passione e perdizione, Anais va assiduamente alla ricerca di avventure erotiche sempre più spinte e, con la complicità di Hugo, frequenta dei bordelli.

Henry termina Il tropico del cancro, Anais continua a scrivere romanzi erotici e diventa l’amante del cugino Edoardo (Jean-Philippe Écoffey), da sempre innamorato di lei E quando June ritorna dall’America…

Con questo film Kaufman (La banda di Jessie James, L’insostenibile leggerezza dell’essere, Quills La penna dello scandalo,  La tela dell’assassino, Hemingway & Gellhorn…) inizia la personale rivisitazione di scrittori e scrittrici, che proseguirà negli anni successivi con un film dedicato al marchese de Sade e poi ad Hemingway.

Nella prima parte il regista americano mostra i turbamenti dell’inquieta protagonista e, con uno sguardo che stuzzica e intriga, lascia che la scrittrice si abbandoni con naturalezza e ingenuità ai piaceri della carne, fino a vivere tutto d’un fiato la bollente relazione con Miller.

Man mano che la vicenda va avanti la sua ricerca di nuove avventure erotiche appare velata da una sotterranea disperazione. Miller è descritto, invece, come una persona mediocre ed egoista, che sfrutta la generosità di Anais e di Hugo, ed è incapace di tenere testa alla nevrotica, dissoluta ed affascinante June.

Il regista indugia un po’ troppo nel mostrare le effusioni degli amanti (un bel taglio in fase di montaggio avrebbe impresso maggiore dinamicità alla vicenda), ma li avvolge in una luce calda e ovattata.

Kaufman lascia che Miller e Niin leggano gli scritti, li commentano in maniera schietta e senza peli sulla lingua.

Girato prevalentemente in interni, tra gli appartamenti dei protagonisti. bar e bordelli, il film è arricchito da un paio di scene in bianco e nero, tratte da Un chien andalu di Luis Bunuel, da Maedchen in uniform di Leontine Sagan e da La passione di Giovanna d’Arco di Carl Theodor Dreyer

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