Syd, (Radha Mitchell), giovane assistente della redazione della rivista Frame scopre, per caso, che, al piano superiore, abita Lucy Berliner (Ally Sheedy) una fotografa che in passato era sulla breccia e che da dieci anni era scomparsa nel nulla.
Syd inizia a gironzolarle intorno e la convince a scattare delle foto per la rivista. Il suo interesse per lei, dapprima solo di tipo professionale, si trasforma ben presto in attrazione fisica.
Le due diventano amanti e Lucy tronca di netto la relazione che aveva da anni con Greta (Patricia Clarkson). Un melodrammatico finale chiude la vicenda.
Pellicola patinata dal taglio televisivo che mette in scena una spenta love story tra due donne alla ricerca della propria identità; Syd ha un’anemica relazione con un coetaneo e non sembra molto attratta dal proprio lavoro; Lucy frequenta un gruppo di scoppiati che trascorrono la giornata sniffando coca ed assumendo ogni tipo di alcolici.
Per tutta la durata del film lei prova a sorreggere Greta, una donna incapace di controllare le proprie spinte tossicomaniche e che s’aggira sullo schermo con le palpebre perennemente abbassate e lo sguardo perso nel vuoto.
La regista lascia fuori campo le scene erotiche tra le due protagoniste e impagina un film verboso dove le due donne si scambiano fiumi di parole, si lanciano occhiatine maliziose, ma non riescono a mettere in campo, fino in fondo, le proprie emozioni.
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