Hilary e Jackie (Hilary and Jackie) di Anand Tucker – GB – 1998 – Durata 124’

12 Febbraio 2021 | Di Ignazio Senatore

Inseparabili compagne di gioco, fin da bambine, Hilary (Rachel Griffiths) e sua sorella Jackie (Emily Watson) Du Pré hanno mostrato un innato talento per la musica; la prima è un’eccellente flautista e Jackie una discreta violoncellista. Hilary sembra la più dotata delle due ed inizia a raccogliere i primi consensi in pubblico ma, ben presto, Jackie, con impegno e testardaggine, riesce ad oscurare i successi della sorella, fino a diventare una violoncellista di fama internazionale.

Hilary s’innamora di Kiffer (David Morrissey) abbandona la musica, si ritira con lui in campagna e sforna un paio di pargoletti. Jackie s’innamora di Daniel (James Frain) un pianista argentino ma, dopo aver girovagato per il mondo, con la mente in frantumi, si rifugia nella fattoria di Hilary. Una volta giunta a casa di Hilary, Jackie regredisce sempre più, fugge nuda nel bosco che circonda la casa e, piangendo, accusa la sorella di non volerle più bene.

Capricciosa, fragile ed instabile confida ad Hilary di voler fare l’amore con Kiffer che, dopo qualche tiepida resistenza, acconsente. Dopo un breve menage a tre, Hilary si ribella e Jackie riprende la vita da concertista, in giro per il mondo, insieme al marito Daniel ma, colpita da sclerosi multipla, si spegnerà lentamente.

Melodramma ispirato a una storia vera e tratto dalla biografia A Genius in the Family di Hilary e Piers Du Pré. Sin dalle prime battute l’esordiente regista ci mostra il rapporto simbiotico tra le due sorelle che, dopo aver sfoderato un sorriso ironico e beffardo, a Kiffer confessano: “Sappiamo sempre quello che sta pensando l’altra”.

Nel corso del film, il livello di complicità e di collusione tra le due protagoniste raggiunge dei livelli francamente patologici al punto che Hilary mentre sta facendo l’amore con il marito, si blocca per paura che la sorella possa scoprirla e, tremante, gli confida: “Adesso Jackie non mi rivolgerà più la parola!”.

Il regista non scivola mai nel sentimentalismo e mostra con leggerezza la malattia che divora inesorabilmente Jackie e che compare, come un fulmine a ciel sereno mentre si sta esibendo in un concerto; l’archetto del violoncello le sfugge di mano di colpo e lei resta immobile, incapace di arrestarne la caduta. Senza puntare sulla commozione il regista mostra i vani tentativi di Jackie di frenare il progredire della malattia che, l’inchioda su una sedia a rotelle e la conduce alla morte a soli quarantadue anni.

Per un approfondimento sul tema si rimanda al volume di Ignazio Senatore “Cantanti, musicisti e rock band”, edito da Arcana.

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