Ho camminato con uno zombie (I walked with a zombie) di Jacques Tourneur – USA – 1943

10 Ottobre 2024 | Di Ignazio Senatore
Ho camminato con uno zombie (I walked with a zombie) di Jacques Tourneur – USA – 1943
Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore
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Besty Connel (Frances Dee), giovane infermiera, sta raggiungendo San Sebastian, sperduta località nei Caraibi, per assistere Jessica Holland (Christine Gordon), una donna da anni in preda a uno stato catatonico e che si aggira come un fantasma per casa.

Per il dottore Maxwell che l’ha in cura la malattia di Jessica è conseguente a una febbre tropicale e si batte per sottoporla a un trattamento di shock insulinico.

Paul (Tom Conway), il marito, non sembra molto convinto, anche perché sa che per gli indigeni locali Jessica è vittima di un maleficio vudù.

La signora Rand (Edith Barrett), madre di Paul, conferma le sue ipotesi e gli confessa che, ferita dal comportamento egocentrico e altezzoso della nuora, aveva chiesto un tempo a uno stregone del luogo di trasformarla in uno zombie.

Nella foresta è in corso una cerimonia vudù e i tamburi, ossessivamente, risuonano fino alla villa degli Holland. Jessica come un automa si dirige nella foresta dove uno zombie la prenderà tra le braccia e l’annegherà in mare.

Capolavoro ineguagliabile del cinema horror degli anni Quaranta, sceneggiato da Kurt Siodmak e Ardel Wray da un racconto di Inez Wallace, immerso, sin dalle prime scene, in un’atmosfera onirica cupa e mortifera.

Nel corso della traversata in mare Betsy incontra Paul e magnifica la bellezza del luogo, ma l’uomo con tono dimesso e rassegnato le dice:

“Tutto sembra bello. Quei pesci volanti non saltano per gioia, ma per la paura; un pesce più grosso li vuole mangiare. Quest’acqua luminosa riesce a brillare grazie a milioni di piccoli corpi morti, alla loro putrefazione. Non c’è bellezza qui; solo morte e marciume. Qui tutto ciò che è bello muore, anche le stelle”.

Giunta alla villa, Betsy è informata della presenza di una statua, il Tormentato (la polena di una nave che raffigura San Sebastiano), posta nel giardino degli Holland, ricchi proprietari di piantagioni di canna da zucchero, a testimonianza della centenaria sofferenza degli schiavi.

Qualche sequenza dopo si odono le grida di dolore di una donna: un’indigena si rivolge a Betsy e le spiega che a San Sebastian si piange se nasce un bambino, e si fa festa se c’è un funerale.

I rituali vudù, la presenza inquietante degli zombie e un bianco e nero fortemente contrastato immergono la pellicola in una cappa lugubre e senza speranza.

Sullo sfondo l’amore tra Betsy e lo sconsolato Paul e la torbida relazione tra Jessica e Wensley, fratello di Paul. Prodotto da Val Levton per la RKO.

Per un approfondimento sul tema con schede film e commento critiche si rimanda alla lettura di “Cinema mon amour I 100 film francesi da amare” di Ignazio Senatore – Classi Editore – 2024

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