Il ricco industriale Robert Caine (Kirk Douglas) vuole costruire una centrale termonucleare in un paese del Terzo Mondo. Migliaia di manifestanti scendono in piazza e sua moglie Eva (Virginia McKenna), la maggiore azionista, decide di bloccare il progetto. Nel corso di un ricevimento un folle si scaglia con un coltello contro Robert, ma Angel (Simon Ward) accorre in difesa del padre e nel corso della colluttazione Eva trafitta dalla lama, muore. L’invasato aggressore è ricoverato in manicomio criminale e il dottor Kerouac (Adolfo Celi) chiede a Robert di aiutarlo a comprendere chi si nasconda dietro all’individuo di cui non si conosce né l’identità, né la nazione di provenienza. Il detenuto non appena lo vede gli urla in faccia con tutte le energie che ha in corpo: “Ecco l’origine del male!”. Un attimo dopo, tagliandosi le vene esclamerà: “Da te nascerà il Male!”. Robert s’innamora di Sara Golan (Agostina Belli) e quando la donna gli comunica che aspetta un figlio, turbato da quella inquietante profezia, cerca di farla abortire. La donna fugge e Robert, giudicato folle, è rinchiuso in manicomio. Ma lui ha compreso che suo figlio Angel, un ragazzo privo di qualsiasi attività elettrica cerebrale e della seppur minima frequenza cardiaca, è l’Anticristo. Robert riuscirà a scappare e raggiunta Sara e il neonato si rifugerà in un luogo isolato per poter sferrare l’attacco decisivo contro Angel.
De Martino firma un film irrisolto che ondeggia tra il fantascientifico e la denuncia politica con aspirazioni antinucleari- pacifiste, ma finisce solo per rimpolpare il già nutrito filone delle pellicole che ruotano intorno alla luciferina figura dell’Anticristo. Kirk Douglas si batte come un leone sul set, ma la trama è troppo esile per scaldare gli animi e il cuore. Alcune scene però sono davvero inquietanti, come quelle girate nel manicomio criminale con i soliti pazienti indementiti, vestiti con le stesse identiche divise, che si trascinano senza meta in un mega salone suddiviso da enormi vetrate. Adrenalina a mille quando Robert viene ricoverato per la seconda volta in manicomio ed è circondato, in modo minaccioso, dai matti che vogliono fargli la festa.
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