Il piccolo Rubin Carter, per evitare che un malsano pedofilo possa insidiare un suo amichetto, accoltella l’uomo al braccio. Ma l’uomo è un bianco distinto e rispettato e Della Pesca (Dan Hedaya), spietato e razzista detective della polizia, ha già deciso di punirlo duramente e lo trascina davanti ad un giudice, che lo condanna al riformatorio, fino al compimento del ventunesimo anno. Dopo qualche anno Rubin evade, e dopo aver indossato la divisa di militare, è riacciuffato da Della Pesca e sconta un altro paio di anni dietro le sbarre. In carcere Rubin fortifica spirito e corpo e, quando esce da galera, è una macchina da guerra. Soprannominato “Hurricane”, “l’uragano”, batte per knock-out alla seconda ripresa il campione mondiale dei pesi welter Emile Griffith. Conquistata fama e successo, si gode la vita, conosce Mae (Debbi Morgan) e la sposa. Ma ai bianchi razzisti non va giù che un nero possa essere campione del mondo e, con atti intimidatori, minacciano lui e la sua famiglia. Tre anni dopo a Paterson, nel New Yersey, Carter s’imbatte nuovamente nel detective Della Pesca che, dopo aver truccato le prove e corrotto alcuni testimoni, lo accusa, ingiustamente, assieme all’amico Artis, di aver partecipato ad un triplice omicidio, avvenuto in un bar, ad opera di due neri. Una giuria composta da soli bianchi lo condanna a tre ergastoli ed Hurricane proclama invano la sua innocenza. L’opinione pubblica si schiera al suo fianco ed insieme a Bob Dylan, Cassius Clay ed altri personaggi famosi, in tanti sfilano, invano, in strada per proclamare la sua innocenza. Sedici anni dopo Lesra Martin (Vicellous Reon Shannon), un ragazzo nero, adottato da Lisa Peters (Deborah Kara Unger) e Sam Chaiton ( Liev Schreiber), una coppia di canadesi bianchi, legge per caso “Il sedicesimo round”, l’autobiografia di Carter. Convinto dell’innocenza del pugile, si appassiona a tal punto che, dopo aver iniziato un carteggio con lui, convince Lisa, Sam ed il loro amico Sam Chaiton (Liev Schreiber) a battersi per far venire a galla la verità. E’ il novembre 1985, quando il giudice Sarokin (Rod Steiger) inizierà a dipanare l’intricata matassa.
Norman Jewison autore di commedie di successo (Cincinnati Kid, Non mandarmi fiori. Stregata dalla luna…) e musical di culto (Jesus Christ Superstar), prima di questa fulminante pellicola aveva già scosso l’opinione pubblica americana con il tagliente La calda notte dell’ispettore Tibbs, interpretata dall’attore nero Sidney Poitier. Il regista canadese impagina un film che ripropone l’annoso problema razziale tra bianchi e neri d’America e mette in campo, da un lato un detective che odia in maniera patologica i neri; dall’altro Hurricane, descritto non come il solito pugile tutto muscoli e poco cervello, ma come un individuo intelligente, sensibile, acuto e colto che, solo grazie alla propria forza di volontà, riesce a reggere psicologicamente anni di menzogne e falsità, ordite magistralmente contro di lui. Sin dalle prime battute si comprende che a Jewinson non interessano gli incontri di boxe, ma soprattutto sferrare un pugno in piena faccia contro il razzismo inveterato che attanaglia da sempre l’America. Le scene di Hurricane sul ring sono mostrate in bianco e nero in apertura ed in chiusura del film, ma sono assolutamente sullo sfondo. Ad impreziosire la magnifica pellicola il magico ed ipnotico brano “Hurricane” di Bob Dylan. Denzel Washington da incorniciare.
Per un approfondimento sul tema “Cinema e sport” si rimanda al volume di Ignazio Senatore “Quando il campione recita”, edito da Absolutely Free.
Questo sito utilizza strumenti di raccolta dei dati, come i Cookie. Questo sito utilizza Cookie tecnici e di terze parti per fornire alcuni servizi. Maggiori Informazioni
Questo sito utilizza i cookie per fonire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o clicchi su "Accetta" permetti al loro utilizzo.