“La terra è uscita dall’asse, è una brutta storia”, dice Dean a Bobby, gestore di un negozio di oggetti vintage di film horror. “Tutta questa storia finisce male”, continua a ripetere Ronnie (Adam Driver) a Cliff (Bill Murray), sceriffo della tranquilla cittadina di Centreville. Infatti, nonostante l’ora serale, il cielo è più luminoso che a mezzogiorno e gli animali sembrano impazziti. La donna che gestiva il bar è orribilmente massacrata e si fa strada l’idea che siano stati gli zombie. Jarmusch dirige un film dal doppio passo; la prima parte è quella di una gustosa commedia e, tra un riferimento a Romero, a Crawen e al cinema horror-splatter, compaiono vecchie conoscenze del cinema indipendente a stelle e a strisce (Chloë Sevigny, Steve Buscemi), glorie musicali (Iggy Pop, Tom Waits) e star come Tilda Swinton e Selena Gomez. Nella seconda, pur continuando a fare citazioni cinematografiche (tra le lapidi spicca quella di Samuel Fuller), il regista americano vira direttamente sullo zombie –movie. Sul finale meta-cinema con Jarmusch che regala a Ronnie la battuta: “So che va a finire male, Jim mi ha dato il copione”. A fare da sottofondo l’ammaliante canzone country The dead don’t die di Sturgill Simpson.
Recensione pubblicata sulla Rivista Segnocinema N. 225 – Settembre- Ottobre 2020
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