“Sin dai tempi di “Benvenuti al Sud” e “Benvenuti al Nord” sono avvezzo alle critiche, dichiara Luca Miniero. “Sono tornato” vuole proporre una riflessione sui media che trasformano tutti in personaggi televisivi. Mi andava proporre al pubblico una commedia meno rassicurante e più inquietante e, pur non rinnegando il genere, volevo raccontare il reale e discostarmi dalle classiche “commedie all’italiana”.
Un film, infatti, quello del regista napoletano, da ieri nelle sale, remake del film omonimo del 2015 di David Wnedt, tratto dal romanzo di Timur Vermes, narra del ritorno sulla Terra di Benito Mussolini (Massimo Popolizio). Andrea Canaletti (Matano), un giovane documentarista con grandi ambizioni che, credendolo un comico, lo fa intervenire in diverse trasmissioni radiofoniche e televisive, si illude di fare il grande colpo, ma poi, dopo che la situazione gli sfugge di mano, si accorge che la soluzione dittatoriale è la strada sbagliata.
“Il film ha anche degli inserti documentaristici e molte scene, le ho girate a Napoli, a Via Toledo. Ho intervistato un barbiere, un pasticciere, cercando sempre l’umanità e la verità di queste persone. Ho filmato anche a Firenze ed a Milano, ma, si sa, i napoletani hanno la battuta pronta ed i commenti più spiritosi sono stati i loro.”
Una vicenda comica e grottesca che non ha nessun risvolto nostalgico, né reazionario che, probabilmente, solleverà critiche e polveroni.
“Il film, dichiara ancora Miniero, è stato proiettato in diverse anteprime e nessuno si è offeso o ha gridato allo scandalo. Popolizio, nell’interpretare Benito Mussolini, non lo mette alla berlina, non lo riduce ad una macchietta, né vuole proporre una sua imitazione. Credo che il film, pur essendo un racconto amaro, offra un filo di speranza e serve a risvegliarci.”
Al fianco di Massimo Popolizio, l’ex blogger di Santa Maria Capua Vetere, Frank Matano.
“Mi piaceva il contrasto, conclude Miniero, tra un attore classico come Popolizio ed un ex youtuber come Matano. Frank è un grande attore, un ragazzo intelligente che farà strada, e che ha donato al suo personaggio quell’ingenuità ed allegria tipica dei napoletani. Ritornerò a girare nella mia città, ma voglio cercare una storia che si sottragga all’inflazione di mostrarla sempre in maniera folkloristica. Non penso che “Gomorra” abbia inventato la camorra, ma Napoli è una città così ricca di risorse. Forse è proprio per questo motivo che in tanti la raccontano e da Turturro a Salemme, ognuno mostra, a modo suo, un volto di Napoli. Sto cercando anch’io uno sguardo diverso per raccontarla.”
Articolo pubblicato su il Corriere del Mezzogiorno il 2.2. 2081
Questo sito utilizza strumenti di raccolta dei dati, come i Cookie. Questo sito utilizza Cookie tecnici e di terze parti per fornire alcuni servizi. Maggiori Informazioni
Questo sito utilizza i cookie per fonire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o clicchi su "Accetta" permetti al loro utilizzo.