Il boom di Vittorio de Sica – Italia – 1963

24 Maggio 2015 | Di Ignazio Senatore
Il boom di Vittorio de Sica – Italia – 1963
Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore
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Giovanni Alberti (Alberto Sordi) appaltatore in bolletta, ha accumulato cambiali in protesto, assegni a vuoto e debiti con agenzie di prestiti. La moglie Silvia (Gianna Maria Canale), figlia di un generale all’antica, è la classica donna che vuole vivere nel lusso, trascorrere le vacanze invernali a Cortina, quelle estive a Fregene e cambiare il guardaroba a ogni occasione. Per risalire la china Giovanni prova invano a proporre ad amici e parenti la vendita di un terreno, ma accumula solo sdegnosi rifiuti. Scoperta la drammatica situazione economica in cui versa, Silvia se ne va di casa, sbattendo la porta. Giovanni è disposto a tutto pur di riaverla tra le sue braccia, anche ad accettare l’infame patto che gli propone in gran segreto la moglie (Elena Nicolai) dell’anziano commendator Bausetti (Ettore Geri): qualche anno prima il ricco industriale, a causa di uno schizzo di calce, aveva perso il visus a destra e in cambio di cinquanta milioni è disposto a comprarsi un suo occhio. Giovanni organizza una festa per comunicare a tutti i suoi amici che è diventato ricco e riconquista in un baleno Silvia. Il giorno dell’operazione però fugge dalla sala operatoria, ma la moglie del commendatore lo insegue e gli ricorda che non ha alternative per ripianare i debiti e tenersi stretta la moglie. Dopo aver strappato alla donna un’altra decina di milioni, Giovanni, accompagnato da uno stuolo di medici, si avvia verso la clinica per sottoporsi all’operazione.

Commedia sarcastica, ironica e amara, tratta dal racconto di Cesare Zavattini L’uomo che vendette un occhio, che ironizza sul boom italico degli anni Sessanta. Alberto Sordi, come sempre, è in gran spolvero, ma nonostante la commedia sia irresistibile si ha la sensazione che manchi qualcosa al film, come se il grande De Sica l’avesse diretto in maniera distratta e con un occhio solo. Non manca però la zampata del maestro quando ci mostra Bausetti che si lamenta come fosse lui il donatore. Sullo sfondo l’ipocrisia borghese, la corsa al denaro e all’apparire, e la vuotezza delle relazioni umane. Elena Nicolai, la cinica moglie del commendatore, meritava come minimo l’Oscar. 

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