Il caso Paradine di Alfred Hitchcock – USA – 1947 – B/N

17 Gennaio 2025 | Di Ignazio Senatore

L’affascinante e misteriosa Maddalena (Alida Valli) è accusata di aver sciolto del veleno in un bicchiere di porto e ucciso  il marito, il ricco e anziano colonnello Richard Paradine, valoroso ufficiale, divenuto cieco a seguito di un incidente di guerra.

A difenderla è Anthony Keane (Gregory Peck), noto penalista. Maddalena è una donna molto riservata, ma, ciononostante, rivela a Keane di essere una donna di umili origini e con un passato punteggiato da relazioni amorose tempestose.

Ogni qual volta Keane l’invita a ricostruire i fatti, lei è evasiva o si trincera dietro una cortina di silenzio. Sebbene Keane sia felicemente sposato da undici anni con la dolce Gay (Ann Todd), è, inevitabilmente rapito dal fascino elegante e enigmatico di Maddalena.

Deciso a scoprire chi abbia avvelenato l’anziano colonnello, a caccia di indizi, fa un salto nella villa di campagna di Paradine e s’imbatte in André Latour (Louis Jourdan), il fedele e devoto maggiordomo della vittima.

Nel corso di un breve scambio, Latour lo invita a non cadere nella trappola seduttiva della signora Paradine, descritta come una donna crudele e diabolica. Keane è completamente stregato dal fascino dell’impenetrabile Maddalena che, in aula, dichiara che aveva confessato al marito che Latour l’aveva insidiata.

L’anziano colonnello, ferito dal comportamento riprovevole del maggiordomo, l’aveva, poi, licenziato. Anziché puntare sulla tesi del suicidio dell’anziano colonnello, contro il volere della sua assistita, Keane struttura l’edificio accusatorio contro Latour e, nel corso di un febbrile interrogatorio, lo inchioda.

Il giorno successivo, mentre è in corso il processo, si scopre che Latour si è suicidato A quel punto, Maddalena, in lacrime, accusa Keane di essere una persona spregevole e di aver spinto Latour al suicidio.

Con lo sguardo perso nel vuoto, Maddalena confessa, di essere stata l’amante del maggiordomo, di aver cercato, invano, di coinvolgerlo nel delitto, ma viste le sue resistenze, aveva avvelenato lei stessa il marito.

Maddalena è condannata a morte e Keane, corroso dai sensi di colpa, medita di rinunciare alla carriera. Sul finale, la moglie lo convince a proseguire la professione.

Alfred Hitchcock (Rebecca – la prima moglie, Io ti salverò, Notorius, Psycho, La finestra sul cortile, La donna che visse due volte, Gli uccelli…) pone al centro della narrazione il valente avvocato Keane che perde, letteralmente, la testa per l’ipnotica dark lady.

Invece di chiederle di raccontargli, nei minimi particolari, cosa accadde la sera del delitto, di fronte ai suoi ermetici silenzi, non la pungola, non la incalza, né la mette in difficoltà, privandosi, così, di fatto, degli elementi utili all’indagine. Non solo.

Energicamente, e a più riprese, Maddalena, intuito che Keane vuole accusare Latour del delitto, lo invita a non percorrere queste linea.

Keane non le dà ascolto e, dopo aver umiliato il maggiordomo, fino a spingerlo al suicidio, inevitabilmente, scatena i sensi di colpa della sua assistita che, autoaccusandosi, si condanna a morte.

Il film, avvincente e stilisticamente perfetto, ammantato da un bianco e nero da favola, fu falcidiato dai tagli del produttore David O. Selznick,. Tratto dall’omonimo romanzo di Robert Smythe, Hichens

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