Quando era giudice, Max Pelissier (Michel Piccoli) non poté condannare un malvivente perché il ladro non era stato colto in flagranza di reato.
Divenuto poliziotto, è ormai deriso dai colleghi perché non riesce ad arrestare una banda di rapinatori che assalta una banca dietro l’altra.
S’imbatte per caso in Abel (Bernard Fresson), un amico che non vedeva da anni, che è a capo di un manipolo di ladruncoli di Nanterre e che vivacchia rubando auto.
Abel non ha mai tentato un grande colpo e trascorre le giornate, in allegria, giocando a carte con i complici in un bar del quartiere e gestendo un piccolo giro di prostituzione.
Max si finge allora un ricco banchiere di nome Felix, e avvicina Lily (Romy Schneider), una prostituta che è la donna di Abel. Il suo piano?
Fornire alla donna delle dettagliate informazioni su una banca, indicarle il giorno nel quale l’istituto bancario avrà tanti soldi in cassa e indurla a spingere Abel e la sua banda a fare il colpo per coglierli sul fatto e arrestarli in flagranza di reato. Riuscirà nell’impresa?
Sautet, ripropone la coppia Piccoli – Schneider, già protagonisti de L’amante, e traspone sul grande schermo il romanzo di Claude Néron.
Fine conoscitore dell’animo umano, con sagacia, partendo da un lungo flashback, narra la follia di un uomo che, esasperato dagli insuccessi professionali e ossessionato dalla lotta all’illegalità, decide di mettere in atto un piano che gli consenta di riabilitarsi agli occhi dell’opinione pubblica.
Il regista mescola poliziesco e dramma psicologico-sentimentale e lascia che la vicenda ruoti intorno all’incontro tra il gelido, freddo e calcolatore Max e Lily, una donna dolce, piena di vita che resta impigliata nella trappola tesa da questo insolito personaggio che, pur pagandola, non fa l’amore con lei, non la sfiora neanche con un dito e s’inebria solo della sua presenza.
Il finale, spiazzante, vale da solo il prezzo del biglietto. Il titolo originale, più completo di quello proposto nell’edizione italiana, fa riferimento alla sapiente descrizione della banda di sfasciacarrozze, capeggiata da Abel.
Sautet dosa bene i tempi della narrazione e lascia che la luminosa Romy Schneider entri in scena solo dopo mezz’ora. Piccoli, come sempre, magnetico.
Per un approfondimento sul tema con schede film e commento critiche si rimanda alla lettura di “Cinema mon amour I 100 film francesi da amare” di Ignazio Senatore – Classi Editore – 2024
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