Durante la Seconda Guerra Mondiale, al soldato semplice Rosario Cavadoni, detto Sasà (Lando Buzzanca), è affidato l’incarico di attendente del maresciallo Badoglio.
Sono i giorni successivi all’armistizio e Badoglio lascia Roma precipitosamente. Spedito, per errore in Germania, Sasà è al servizio del generale tedesco Von Werner (Gordon Mitchell) poi, all’arrivo degli Alleati, a quello di un comandante americano.
Alla fine della guerra, torna in Italia e diventa il domestico di Salvatore Sperato (Enzo Cannavale), un produttore cinematografico napoletano.
Quest’ultimo lo sceglie come protagonista di un film, diretto da un regista (Luciano Salce), al fianco di Lola Mandragoli (Femi Benussi), un’attrice sensuale che interpreta una mondina.
Dopo essere stato assunto da una famiglia di un nobile romano, un tempo assiduo frequentatore di un casino, si ritrova alle dipendenze di un petroliere, l’ingegner Perigatti (Arnoldo Foà), la cui moglie Rita (Martine Brochard), era un’ex prostituta che aveva frequentato un tempo.
Divenuto l’uomo di fiducia e il prestanome dell’ingegnere, un faccendiere che finanzia in nero ministri e partiti, è accusato di corruzione.
Pur essendo innocente, non compromettere Perigatti ed evitare che centinaia di famiglie vadano sul lastrico, Sasà accetta di andare in galera al suo posto, dove continua a fare il cameriere.
D’Amico (Il presidente del Borgorosso football club, Amore e ginnastica...) dirige per la prima volta Lando Buzzanca e lo farà successivamente, lo stesso anno ne L’arbitro e due anni dopo in San Pasquale Baylonne, protettore delle donne.
Il regista impagina una mordente satira di costume e lascia che la vicenda attraversi la storia d’Italia, da Badoglio ai tedeschi, dagli americani alla nascita del cinema Neorealista degli anni ’50, fino ad arrivare all’Italietta del boom economico.
Buzzanca dimostra di essere un attore completo e si cuce addosso il personaggio di Rosario, un uomo semplice, gentile e dal cuore d’oro, fin troppo passivo, che, pur di servire i padroni per i quali presta servizio, è disposto ad accettare, in silenzio, soprusi e angherie.
A fargli da contro-altare Perigatti, il classico imprenditore disonesto e egoista che, mettendo al primo posto i propri interessi personali, fa leva sull’ingenuità e la generosità di un povero diavolo come Sasà.
Da incorniciare la scena di Buzzanca che deve sedurre Femi Benussi che, vestita come Silvana Mangano, fa il verso a Riso amaro di Giuseppe De Santis.
Cannavale riesce a dar vita, in maniera magistrale, al pittoresco personaggio di Sperato, ispirato alla figura del mitico Peppino Amato, nome d’arte di Giuseppe Vasaturo, produttore di diversi film, tra i quali, La cena delle beffe di Alessandro Blasetti (1942) e La dolce vita di Federico Fellini (1960).
Nel cast Eleonora Fani, nel ruolo della figlia strabica di Arnoldo Foà. L’attrice trevigiana aveva già esordito nel filone lo stesso anno ne La svergognata di Giuliano Biagetti e proseguirà con Lezioni private di Vittorio De Sisti (1975), Calde labbra di Demofilo Fidani (1976) e Peccati a Venezia di Amasi Damiani (1980). Esordio nella commedia sexy per Martine Brochard, attrice parigina chiamata a interpretare, per lo più, il ruolo della maliarda perfida, ma estremamente smaliziata e seduttiva.
Tra le interpreti Femi Benussi, una delle attrici più gettonate della commedia sexy.
Reginetta dei boccaceschi, dotata di una spontaneità, di un sorriso e di un’energia vitale senza eguali, i registi le affidano spesso, il compito di iniziare i giovani adolescenti travolti dai primi fremiti sessuali e di soddisfare, con un tocco di leggerezza e ingenuità, le voglie di peccatori di ogni età.
Per un approfondimento sul tema si rimanda al volume di Ignazio Senatore “La commedia sexy alla napoletana Enzo Cannavale, Vittorio Caprioli Carlo Giuffrè”, edito da Il Foglio Letterario – 2024
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