Figlia del colonnello Kenneth Penmark e di Christine (Nancy Kelly), una madre dolce e comprensiva, Rhoda (Patty McCormack) è una bambina con due occhi vispi, dei bellissimi capelli biondi e due treccine alla Pippi Calzelunghe. Diligente e studiosa, riferisce alla madre di essere stata vittima di una palese ingiustizia: gli insegnati le hanno preferito Claude, un suo compagno di classe, premiandolo con una medaglia. Qualche giorno dopo, il piccolo viene ritrovato morto, nel vicino lago. Qualcuno sospetta di Rodha, non solo perché è stata l’ultima a giocare con Claude, ma perché la medaglia che il piccolo portava al petto è misteriosamente scomparsa. Dopo aver negato con forza la realtà, Christine intuisce che la figlia non solo è l’autrice di quell’atroce delitto, ma che è anche responsabile dell’omicidio di una vecchia signora e di un dispettoso giardiniere. In un crescendo drammatico a forti tinte, Christine scopre di essere stata adottata e di essere la figlia di una sanguinaria omicida. Dopo aver somministrato a Rhoda dei sedativi, ingerisce una dose massiccia di psicofarmaci, ma riesce a salvarsi; la piccola assassina morirà nel tentativo di riprendersi la medaglia che le era stata nuovamente sottratta.
Film , diretto da di Mervyn LeRoy, sul progressivo sconcerto di una madre che scopre di aver allevato, senza saperlo, una creatura sadica e mostruosa che ammansisce chi le sta intorno con i suoi disarmanti sorrisi. Quando Christine scopre che ha nascosto tra le sue gioie la medaglia di Claude e le chiede spiegazioni, lei, con la sua aria candida e immacolata, si esibisce in una delle sue agghiaccianti risposte: “Ma era sciocco seppellire la medaglia spillata addosso a Claude. Non avrebbe avuto nessuna soddisfazione ad averla”. Un attimo dopo, Rodha cambia registro e con voce angelica e soave, si rivolge alla madre, dicendole: “Quanto è bella la mia mammina, sei la mamma più bella che ci sia”. Il titolo originale è un esplicito riferimento al “seme difettoso”, alla tara genetica che avrebbe spinto la luciferina creatura a macchiarsi dei suoi efferati delitti. Il film, efficace trasposizione di un dramma di Maxwell Anderson del 1954, tratto da un romanzo di William March, rastrellò quattro nomination agli Oscar.
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