Il medico di campagna di Thomas Lilti – 2016 – Durata 102’

5 Marzo 2024 | Di Ignazio Senatore

Jean-Pierre Werner (François Cluzet) svolge con passione, nella campagna francese, la professione medica.

Scopre di essere affetto da un tumore al cervello ma, instancabile, continua ad accorrere al capezzale degli ammalati.

Controvoglia, accetta di essere affiancato dalla dolce e materna dottoressa Nathalie (Marianne Denicourt) che, in punta di piedi, diventa il suo silenzioso angelo custode e, senza sosta, si prende carico dei pazienti.

Più che impaginare il classico e lacrimevole cancer-movie, il regista (ex medico e già regista di Hippocrate e de Il primo anno), utilizzando dei toni sommessi e melanconici, vuole omaggiare la figura degli oscuri e dimenticati (non solo al cinema) medici di campagna che, con grande impegno, svolgono la loro professione, lontano dai riflettori e dai salotti televisivi. Il regista non si ispira al film Un medico un uomo di Randa Haines e lascia che Jean-Pierre custodisca dentro di sé le riflessioni relative alla propria malattia e al proprio vissuto di paziente

Per dare brio alla vicenda, sin dalle prime battute, il regista mette in campo lo scontro tra il burbero e cocciuto Jean-Pierre, che conosce i pazienti come le proprie tasche, e la sensibile dottoressa, che prova, a torto e a ragione, a formulare ipotesi diagnostiche che risultano diverse e spesso contrastanti da quelle del più esperto collega.

Il titolo del film rimanda inevitabilmente a due omonimi capolavori della letteratura; il romanzo di Balzac (1933) ed il racconto di Kafka (1919).  

Lilti immerge la vicenda in tutt’altre atmosfere e, con dei toni caldi ed ovattati, senza sentimentalismi, ci ricorda che quella del medico è una professione d’aiuto che trae la sua efficacia, non tanto nell’acquisizione di una gelida tecnica, quanto nell’ascolto e nella cura amorevole dei pazienti.

Per un approfondimento sul tema con schede film e commento critiche si rimanda alla lettura di “Cinema mon amour I 100 film francesi da amare” di Ignazio Senatore – Classi Editore – 2024

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