Biily Ray Cobb e James Louis ‘Pete’ Willard, due bianchi spacconi e razzisti, stuprano Tonia, una bambina di dieci anni, figlia di Carl Lee Hailey (Samuel L Jackson), un operaio afroamericano.
Quest’ultimo, certo che i due la faranno franca, il giorno dell’udienza, uccide i due imputati e ferisce gravemente un assistente dello sceriffo.
A difenderlo Jake Brigance (Matthew McConughey), avvocato bianco alle prime armi che, nonostante le gravi minacce subite dai fanatici seguaci del Ku Klux Klan, non arretra di un passo.
Coadiuvato da Ellen Roark (Sandra Bullock), giovane studentessa di legge, Brigance, come linea di difesa, sceglie quella dell’infermità mentale dell’assistito.
Ma la città ribolle; da un lato, la comunità di neri, capeggiata da un reverendo, che chiede a gran voca la liberazione di Hailey, e dall’altra dei bianchi razzisti, seguaci del Ku Klux Klan, che rispolverano croci e cappucci e inneggiano alla pena di morte per Hailey.
Come non bastasse, l’impavido avvocato deve vedersela con il procuratore Buckley (Kevin Spacey), un vero e proprio osso duro, e con il giudice Noose, un togato ostile e prevenuto contro i neri. I fanatici del Ku Klux Klan, dopo aver minacciato Brigance di morte, gli bruciano la casa.
Non paghi, aggrediscono dapprima il marito infermo della fedele segretaria di Brigance e, successivamente, Ellen. Ciononostante, grazie alla strenua difesa di Brigance, Halley è assolto.
Joel Schumacher (Linea mortale, Un giorno di ordinaria follia, Batman forever, Veronica Guwrin, il prezzo del coraggio…) s’ispira al romanzo A time to kill di John Grisham e ambienta la vicenda a Madison Countu nel Missisipi.
Come avviene spesso nei film del genere, il regista newyorkese divide il film in due parti; nella prima mostra il reato, lo sviluppo delle prime indagini e descrive, in qualche modo, i protagonisti della vicenda; nella seconda, come nel più classico dei court movie, le fasi del processo.
La figura di Ellen è sullo sfondo ma, di fatto, è quella che fornisce a Brigance le intuizioni più giuste e lo mette al corrente delle sentenze emesse dai diversi tribunali in passato, che lo aiutano a comprendere in che direzione orientare la sua difesa.
Il film è godibile anche se un po’ didascalico e la contrapposizione tra buoni e cattivi (forse) un po’ troppa forzata.
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