Loris (Roberto Benigni), a seguito di una cascata di equivoci è scambiato dallo psichiatra criminologo Paride Sacconi (Michel Blanc) per un maniaco che ha violentato numerose donne. Gli investigatori decidono di usare come esca Jessica Rossetti (Nicoletta Braschi), un’intraprendente e coraggiosa poliziotta e le affidano il compito di provocare sessualmente Loris e di far scattare in lui degli incontrollabili raptus erotici. Jessica rivela a Sacconi che, nonostante i suoi sforzi, Loris sembra casto e puro come un angelo. Sul finale il vero “mostro” è smascherato e Loris e Jessica coronano il loro sogno d’amore.
Benigni è un maestro nel mettere alla berlina le ossessioni di Sacconi, esperto criminologo, fermamente convinto che Loris sia il maniaco omicida. Il film è ricco di scene surreali e di gag strepitose; su tutte quelle che mostra Sacconi che finge di essere un sarto e con la scusa di dover confezionare un vestito al presunto maniaco, dopo averlo visitato da cima a fondo, gli prende le misure della circonferenza cranica e del bacino, gli tasta la giugulare e lo sottopone ad una specie di ESK al volo. Loris lo lascia fare e, solo al termine della visita, confesserà a Jessica: “Lo sai è troppo preciso ma un po’ stano, strano. Per farmi i guanti mi ha chiesto cosa avevo sognato la notte, se avevo visto i miei genitori far l’amore…”
Per un approfondimento sui rapporti tra cinema e psiche si rimanda la volume di Ignazio Senatore “Cinema (italiano) e psichiatria), Zephyro Edizioni.
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