Il rifugio dei dannati di Freddie Francis – 1963

23 Luglio 2015 | Di Ignazio Senatore
Il rifugio dei dannati di Freddie Francis – 1963
Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore
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Eleonor (Janette Scott) è così sconvolta dal suicidio del fratello Tony, avvenuto qualche anno prima per annegamento, che allucina ancora la sua presenza nel suo bellissimo castello. Suo fratello Simon (Oliver Reed), un soggetto alcolizzato e violento, spera che lei sia considerata pazza così può godersi tutte le ricchezze. Complice la sua fidanzata che si finge infermiera, Simon cerca con tutti i mezzi di scardinare il già precario equilibrio psicologico della sorella. E quando Eleonor sembra stia cedendo definitivamente, al castello si presenta un uomo che dice di essere Tony. Eleonor sembra rinata, mentre Simon e sua zia Harriet nutrono forti dubbi sull’identità del loro presunto parente. Quando Tony viene ufficialmente smascherato, Simon inizia a dare segni progressivi di grave scompenso. Si scoprirà che al tempo, colto da raptus omicida, aveva ammazzato il fratello, simulandone il suicidio. Eleonor, segretamente innamorata del fratello, si strugge per lui; zia Harriet asseconda la pazzia di Simon, aggirandosi per il castello con una maschera in volto; Simon, dopo aver ammazzato il fratello, custodisce il suo scheletro in una cripta di famiglia e si rapporta a lui come se fosse ancora vivo. Sembrano questi tutti elementi classici di un film dell’orrore, invece il regista Freddie Francis li impagina più come una tragedia shakespeariana che come un thriller vero e proprio. Peccato che il film si annodi spesso su se stesso e che il mistero sulla vicenda venga svelato in un finale troppo affrettato e a effetto.

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