Mousse (Isabelle Carrè) e Louis (Melvil Poupaud) sono due tossicodipendenti che vivono in un piccolo appartamento di Parigi. A causa di una partita tagliata male di eroina, Louis muore di overdose. Mousse scopre di essere incinta e si rifiuta di aderire alla richiesta della ricca e borghese famiglia di lui, che preme perché abortisca. Decisa a tenere il bambino, si rifugia in una casetta in riva al mare, dove riceve la visita di Paul (Louis- Ronan Choisy), fratello adottivo di Louis, omosessuale, che le sta amorevolmente accanto, proteggendola ed accudendola. In un finale a sorpresa, Mousse comprende di non essere ancora pronta per prendersi cura della piccola Louise e l‘affida a Paul, con la promessa di riprendersela quando si sentirà più centrata e sicura di sé.
Ozon impagina un “piccolo” film, intimista, che ruota intorno alla fragile figura della protagonista che, dopo la morte del compagno, deve faticosamente elaborare la complessità dell’evento gravidico. Il regista transalpino spiazza lo spettatore lasciando che, a contenere le ansie per la gravidanza, sia il tenero Paul e non la madre di Louis o di Mousse.
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