Si stanno festeggiando le imminenti nozze di Nancy Monks (Laraine Day) e John Willis (Gene Raymond). Al ricevimento compare Harry Blair (Brian Aherme), uno psicoanalista che chiede di poter parlare al futuro sposo e gli rivela che Nancy è una cleptomane bugiarda. John, ritenendolo folle, non vuole prestargli ascolto, ma alla fine cede alle sue insistenze. E come in un gioco di scatole cinesi, un flashback ci porta indietro nel tempo. Harry gli racconta che molti anni prima aveva ricevuto al suo studio Norman Clyde (Robert Mitchum), un promettente pittore che gli aveva rivelato che Nancy, dopo aver rubato una preziosa collana, era implicata nella morte di Bonner, un ricco mecenate. Un altro flashback ci porta ancora più indietro nel tempo e ci svela l’origine traumatica alla base dell’impulso cleptomanico della donna. Figlia di una povera governante, Nancy viveva presso la ricca famiglia Willis. Karen, l’amica di giochi, le aveva regalato un bellissimo medaglione ma Nancy aveva dovuto restituirlo all’odiosa padrona di casa. Accusata poi di averlo rubato, era stata allontanata insieme con la madre. Un salto in avanti e Harry racconta a John del suo incontro con Nancy, del loro matrimonio e dei successivi furti di cui Nancy si era resa protagonista. John non crede a una parola di quanto l’uomo gli dice e si avvia a sposarla. Nancy, in abito da sposa, riceve dalla signora Willis, madre di John, la sospirata collana con il sospirato medaglione. Ma non appena corona il sogno di tutta la vita, la sua mente crolla ed é ricoverata in una clinica per malattie mentali.
Impareggiabile per l’originalissima struttura narrativa a gomitolo che si dipana all’indietro nel tempo, il film, intenso, carico di suspense e di struggente passione, si regge sulla straordinaria figura di Nancy, una creatura complessa e contorta, dal viso angelico e il sorriso disarmante che seduce ogni uomo che le è accanto. Dimentica dei furti compiuti e delle bugie che racconta, da vera dark lady, spingerà al suicidio Norman e successivamente (quasi) alla disperazione Harry. Da cineteca il finale del film, quando Nancy riceve in dono il famoso medaglione. Dopo che la sua mente ha vacillato, sarà lo stesso Harry che rivolgendosi a John gli dirà: “Deve capire che non è la stessa Nancy. Ora è tornata bambina. Il ricordo della sua vita è così doloroso che lei lo ha cancellato. Ora non ricorda più nessuno di noi. Da bambina non ebbe il medaglione e il forte desiderio di possederlo l’ha pagato a caro prezzo, ma i gioielli sono un simbolo. è dell’amore che ha bisogno. Di tanto amore”. Harry ha, all’interno del film, per lo più la funzione di narratore e il regista (forse) sceglie per lui il ruolo di psichiatra solo per sottolineare le straordinarie doti di Nancy, una donna talmente abile e astuta da mettere nel sacco un esperto dell’animo umano come lui. Assolutamente tragica la figura di Norman Clyde, interpretata da un monumentale Robert Mitchum che, dopo aver tentato invano di svelare a Harry il lato oscuro di Nancy, si getta nel vuoto dalla finestra del suo studio.
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