Mitchell McDeere (Tom Cruise), di umili origini, è sul punto di laurearsi in giurisprudenza, col massimo dei voti, alla prestigiosa università di Harvard.
Dopo aver rifiutato delle allettanti proposte professionali, accetta di far parte dello studio “Bendini, Lambert & Locke” di Memphis. Si trasferisce, quindi, nel Tennessee, con la moglie Abigail, (Jeanne Tripplehorn), detta Abby.
Lo stipendio è da favola, in più McDeere ha in regalo una smagliante Mercedes e a disposizione una magnifica villa con giardino. Il suo mentore è l’esperto Avery Tolar (Gene Hackman), che gli illustra la filosofia dello studio.
Il motto è conoscere le possibilità di aggirare la legge, senza violarla e, e per far risparmiare ai clienti una montagna di soldi di tasse, nascondere denaro in società di comodo, off-shore.
Due avvocati dello studio muoiono in circostanze misteriose e degli agenti dell’FBI, in incognito, avvicinano McDeere e gli rivelano che il cliente più importante dello studio è la famiglia mafiosa dei Morolto di Chicago.
McDeere va a trovare il fratello Ray (Gary Busey) in carcere, gli rivela le sue preoccupazioni e Ray gli suggerisce di contattare Eddie Lomax (Steven Hill), un investigatore privato, suo amico. Non appena Lomax inizia a indagare, è ucciso da due sicari.
L’agente Devasher (Ed Harris) dell’FBI rivela a McDeere che gli avvocati che hanno provato in passato a abbandonare lo studio sono stati uccisi, che ha messo il suo telefono di casa sotto controllo e che la sua abitazione è piena zeppa di microspie.
McDeere si trova di fronte a un bivio; o collabora con l’FBI e fornisce loro le prove per incastrare i soci dello studio o, prima o poi, se non è ucciso, finisce in galera per frode fiscale e riciclaggio di denaro sporco.
Messo alle strette, McDeere decide di collaborare con l’FBI e incastra i soci dello studio, dopo aver patteggiato con Devasher una montagna di dollari che gira a Ray.
Sydney Pollack (Non si uccidono così anche i cavalli, Corvo rosso non avrai il mio scalpo! Come eravamo, I tre giorni del condor, Tootsie, La mia Africa…) dirige un buon thriller, tratto dall’omonimo romanzo di John Grisham.
Il regista punta sul faccino acqua e sapone di Cruise, gli contrappone l’enigmatico Hackman, ma il vero punto di forza è nella recitazione di Holly Hunter, candidata all’Oscar come miglior attrice non protagonista.
Tutta la vicenda è però poco realistica e non regge l’idea che uno studio famoso e ben avviato, che copre di dollari e di altri benefit i suoi collaboratori e che da anni ha trovato il modo di aggirare le leggi federali, assoldi sicari senza scrupolo per eliminare gli avvocati che decidono di andare via.
Un taglio in fase di montaggio avrebbe reso più fluida una vicenda che, data la lunghezza eccessiva (due ore e venticinque minuti), finisce per sfiancare lo spettatore.
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