Albin Mougeotte (Michel Serrault), soprannominato Zaza Napolì, è la stella de La Cage aux Folies, locale che gestisce a Nizza con Renato Baldi (Ugo Tognazzi), il compagno della vita.
Per dare un tocco di verve e di gioventù in più allo spettacolo, Renato decide di far interpretare il numero dedicato a Marlene Dietrich al giovane Caramel (Mark Bodin).
Offesa e indignata, l’indomani Albin, vestita con abiti eleganti e un vistoso cappello, si reca a un bar. E’avvicinato da un agente segreto che, per sviare gli inseguitori che gli sono alle calcagna, la trascina in un lussuoso hotel e, prima di essere colpito mortalmente, le infila un prezioso microfilm nel vestito.
In albergo sopraggiunge Renato che fugge con Albin, convinta che l’uomo per un focoso ammiratore. La polizia ha però l’identikit di Albin e allora Renato, per evitare che non farlo riconoscere, lo convince a cambiare look e a vestirsi da uomo.
Broca (Marcel Bozzuffi), agente speciale del controspionaggio francese, non ci casca e, dopo aver minacciato Albin di accusarlo del delitto, gli impone di vestirsi, come nuovamente da donna, così da attirare l’attenzione degli agenti segreti nemici e recuperare il microfilm.
Dopo essere scampati per un pelo ai proiettili delle spie nemiche, Renato parte con Albin per l’Italia, ospite della madre (Paola Borboni), che vive in uno sperduto paesello di campagna. Sono raggiunti anche lì dagli agenti segreti e da quelli del controspionaggio, ma tutto finisce per il meglio.
Molinaro gira il remake del fortunato film da lui diretto due anni prima, riconferma gran parte della stessa squadra, (elimina solo gli adolescenti e la moglie di Charlier, il deputato moralista) e conferma Jacob, il frizzante cameriere della coppia. Naturalmente, come ogni film di spionaggio che si rispetti, introduce poliziotti e agenti segreti.
La spy story è gustosa, ma poco credibile e, per rimpolpare la trama, il regista mostra Serrault che si esibisce sul palco in una strampalata versione nera di Marlene Dietrich.
Rispetto al precedente, sono più presenti i riferimenti alla vecchiaia e ai bei tempi andati e Molinaro non lesina di rimarcare l’amore tenero e indissolubile che lega i due protagonisti.
Tognazzi è sempre raffinato e Serrault, come sempre, travolgente, ma tutto gemiti e sospiri.
Nel cast Roberto Bisacco, nei panni di una spia e Glauco Onorato, in quelli di Luigi, un muscoloso contadino che strizza gli occhi ad Albin.
Per un approfondimento sulla filmografia di Ugo Tognazzi, si rimanda al volume di Ignazio Senatore “Ugo Tognazzi”, edito da Gremese (2021), corredato da 800 foto, dall’antologia della critica e dai commenti di attori e attrici, e registi che hanno lavorato con lui.
Questo sito utilizza strumenti di raccolta dei dati, come i Cookie. Questo sito utilizza Cookie tecnici e di terze parti per fornire alcuni servizi. Maggiori Informazioni
Questo sito utilizza i cookie per fonire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o clicchi su "Accetta" permetti al loro utilizzo.