La giovane Silvana (Ely Galleani), prostituta e tossicomane, è trovata morta nella sua camera. Le indagini sono affidate all’incorruttibile e integerrimo giudice istruttore Mariano Bonifazi (Ugo Tognazzi).
Gli indizi portano a Lorenzo Santenocito (Vittorio Gassman), un arrogante, borioso e ricco speculatore edile, ammanigliato con politici e potenti, sposato con Lavinia (Yvonne Furneaux) e padre della giovane Gigiu (Simonetta Stefanelli).
L’industriale nega ogni coinvolgimento nel delitto, ma non ha un alibi e prova a convincere Riziero (Enrico Ragusa), il padre anziano, che nelle ore del delitto stava giocando a carte con lui. Al rifiuto del genitore, lo fa rinchiudere in una casa di cura.
Messo alle strette, dopo aver provato a corrompere il giudice, si procura un alibi di ferro, in cambio di un forte sostegno economico a un industriale, il cavaliere Del Tommaso, sull’orlo del fallimento.
Bonifazi non demorde, arresta Santonocito, ritenendo falso il suo alibi e quando trova il diario di Silvana, dal quale si evince che si è suicidata, lo getta via per eliminare la prova.
In questa commedia dai toni aspri e sferzanti, con piglio moralistico, Risi punta il dito contro la corruzione dilagante e lascia intendere che forse, è inutile lottare nel nostro Paese per ristabilire giustizia e legalità.
Emblema del decadimento morale è Santonocito, il classico imprenditore senza scrupoli, che ha accumulato la propria ricchezza in barba a leggi e regolamenti, disposto a tutto, pur di difendere i propri interessi economici e privilegi. Risi, gli oppone un magistrato tenace e ligio al proprio dovere, ma anche ambiguo, ricco di contraddizioni e fin troppo giustizialista.
Nell’amaro e pessimistico finale, tra i più folgoranti di quelli ideati da Risi, il regista milanese, mostra una serie di personaggi volgari e pittoreschi che festeggiano all’impazzata, con le bandiere tricolori e le trombette, la vittoria calcistica dell’Italia contro l’Inghilterra, quasi a voler sottolineare che la battaglia solitaria e donchisciottesca di Bonifazi non solo è stata inutile ma non è possibile salvare la nostra povera Italia.
Tognazzi, equilibrato e in gran forma. Gassman, al terzo film insieme a lui, gli tiene testa e riesce perfino a rendere simpatico un personaggio logorroico e pieno di sè, a dir poco, detestabile.
Per un approfondimento sulla filmografia di Ugo Tognazzi, si rimanda al volume di Ignazio Senatore “Ugo Tognazzi”, edito da Gremese (2021), corredato da 800 foto, dall’antologia della critica e dai commenti di attori e attrici, e registi che hanno lavorato con lui.
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