Inferno e passione di Herbert Vesely – Austria – 1980 – Durata 95’

10 Aprile 2025 | Di Ignazio Senatore
Inferno e passione di Herbert Vesely – Austria  – 1980 – Durata 95’
Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore
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Anno 1912. Il pittore Egon Schiele vive con la modella ed amante Wally (Jane Birkin). Una notte bussa alla loro porta Tatjana von Mossig (Karina Fallenstein), una tredicenne infreddolita che, dopo essere scappata di casa, chiede loro ospitalità.

Wally è titubante, data la giovane età della ragazzina, ma Egon la rassicura e, prudentemente, decide che le due donne dormiranno insieme in un’altra stanza.

L’indomani, i tre partono per Vienna e, quando rientrano a casa, scoprono che il papà di Tatiana ha denunciato il pittore per sequestro di persona.

Tatiana accusa poi Egon di averla molestata e la sua posizione si aggrava perché il giudice, visti i suoi dipinti, che ritraggono donne nude, li giudica scandalosi.

Wally non crede alla versione della ragazza e si batte perché Egon sia scarcerato. Tatiana, infatti, successivamente, ritratta la sua deposizione e confessa di aver mentito.

La relazione tra Egon e Wally inizia a vacillare ed il pittore incontra Edith (Christine Kaufmann), se ne innamora, ed in breve tempo, la sposa.

Wally s’ammala ed Egon è reclutato come soldato per lo scoppio della guerra tra Austria e Serbia.

Al termine del conflitto, Egon realizza finalmente la sua prima personale e raggiunge la notorietà. Ma nel 1918 scoppia la peste, nominata al tempo, “epidemia di spagnola” e…

Il regista compone un film elegante e (fin troppo?) estetizzante e narra i tormenti del giovane Schiele, ossessionato dai demoni della propria mente.

Vesely ricostruisce con cura la Vienna di inizio secolo, attacca il bigottismo imperante e mostra il pittore costretto all’umiliazione di vedere un proprio quadro, ritenuto peccaminoso, bruciato pubblicamente in tribunale.

Schiele è descritto come un solitario che non fa vita mondana, non ha amici, non frequenta altri pittori e si strugge per ogni donna che incontra. Il regista non lo mostra mentre dipinge, ma solo mentre disegna qualche schizzo.

E anche se Klimt fa capolino, solo per un attimo in una scena, e non arricchisce la narrazione con delle riflessioni sull’affascinante e ricca stagione pittorica definita “Secessione viennese”, che vide proprio il pittore austriaco tra i massimi protagonisti, la scelta del regista appare chiara; narrare Egon e non Schiele.

Musiche di Brian Eno. Da segnalare il film Egon Schiele di Dieter Berner.

 

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