La bellezza del somaro di Sergio Castellitto – Italia -2010 – Durata 107’

26 Dicembre 2021 | Di Ignazio Senatore

In occasione del weekend dei morti, Marcello (Sergio Castellitto), architetto di successo e la moglie Marina (Laura Morante), affermata psicologa lacaniana, invitano nella loro casa di campagna la nonna e gli amici più stretti per far conoscere loro il nuovo fidanzato della figlia Rosa (Nina Torresi), una diciassettenne insoddisfatta ed irrequieta. Con somma sorpresa scoprono che l’uomo che ha rapito il cuore della figlia altri non è che Armando (Enzo Iannacci), un vecchietto simpatico, saggio e carismatico. Sarà l’occasione per un elettrico, divertente e scoppiettante faccia a faccia in famiglia.

Commedia grottesca e surreale, a tratti volutamente disordinata, ispirata all’omonimo racconto di Margaret Mazzantini, che mette al centro della narrazione lo scontro generazionale tra due genitori borghesi, progressisti, “democratici”, ed “eco-solidali” e la loro figlia, stanca della mediocrità dei coetanei ed alla disperata ricerca di una figura maschile che possa proteggerla e guidarla. Con disincanto il regista affonda i colpi sulle incomprensioni trans-generazionali, sulla crisi della famiglia e sulla difficoltà di come interpretare oggi il ruolo di genitori.

Per spezzettare la narrazione di tanto in tanto Castellitto  mostra Marina che veste i panni della psicoanalista. Nelle prime battute è in seduta con Liri (Barbora Bobulova), una paziente che sogna di succhiare con gioia dal suo grande seno. Marina non si scompone, tira fuori un biberon da un cassetto, glielo porge e, rivolgendosi alla paziente, in maniera direttiva, le dice: “Agisci questa pulsione. Succhia” Nel film compare Ettore Maria (Renato Maria), un altro paziente, aspirante suicida, incapace di controllare gli impulsi autodistruttivi e che minaccia costantemente Marina di defecare, per dispetto sul tappeto bianco della madre. Entrambi saranno invitati a trascorrere il weekend nella villa di campagna da Marina e, dopo aver assistito, divertiti alle baruffe familiari, riusciranno ad affrancarsi da lei. Sul finale, prima del pirotecnico finale Marina confiderà a Marcello che le manca il padre, psicoanalista lacaniano e gran seduttore: “Mi manca tanto babbo e le nostre conversazioni sul grande Altro lacaniano.”  Morante e Castellitto sugli scudi ma a rubare la scena è un magnifico e insuperabile Jannaci.

Per un approfondimento sui rapporti tra cinema e psiche si rimanda la volume di Ignazio Senatore “Cinema (italiano) e psichiatria), Zephyro Edizioni

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