Roderick Usher (Jean Debucourt), è ossessionato dall’idea di dipingere il volto della moglie Madeleine (Marguerite Gance).
Come per incanto, più il ritratto prende forma e diventa vivo, e più lei si spegne giorno dopo giorno. Roderick invita al castello l’amico Allan (Charles Lami) per un parere medico, ma il dottore non può che constatare le precarie condizioni di salute della donna.
Alla morte di Madeleine, Roderick, amante del magnetismo e divorato dalla follia, si convince che l’amata possa, da un momento all’altro, risvegliarsi e vieta, pertanto, che la bara della moglie sia sigillata e ordina che sia ricoperta con un velo.
Durante una tempesta, il vento scoperchia la bara, le candele si rovesciano e le fiamme avvolgono la casa. Madeleine esce magicamente dalle fiamme e il suo volto scompare, misteriosamente, dal ritratto.
Capolavoro assoluto del cinema muto, dotato di una sorprendente modernità, tratto da Ligeia, Il ritratto ovale e dall’omonimo racconto di Edgar Allan Poe.
In questa pellicola Epstein (La castellana del Libano, Cuor di vagabondo…) fa grande uso dei primi piani dei protagonisti e ci regala delle magnifiche sovraimpressioni, delle rapide dissolvenze e delle soluzioni visive, care all’espressionismo tedesco.
Come ogni film gotico che si rispetti, il regista avvolge casa Usher in un’atmosfera inquietante (il vento che urla minaccioso, una musica spettrale in sottofondo…) e, sin dalle prime battute, lascia intendere che qualcosa di misterioso sta per accadere.
Il film è di una bellezza abbagliante e, al di là della straordinaria colonna sonora, restano impressi negli occhi dello spettatore lo sguardo languido e sempre più emaciato della protagonista e quello allucinato, con gli occhi sgranati di Roderick.
Da segnalare che Epstein si avvalse come aiuto regista del ventottenne Luis Bunuel. Numerose le trasposizioni cinematografiche del magnifico racconto di Poe. Su tutti I vivi e i morti diretto da Roger Corman nel 1960.
Per un approfondimento sul tema con schede film e commento critiche si rimanda alla lettura di “Cinema mon amour I 100 film francesi da amare” di Ignazio Senatore – Classi Editore – 2024
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