Per difenderlo da abusi e maltrattamenti, Giulia (Valeria Golino), una quarantenne senza figli della media borghesia, accetta di prendere in affido Mario (Marco Greco), uno scugnizzo di nove anni, cresciuto a Ponticelli, un quartiere della periferia di Napoli.
Al suo arrivo Sandro (Andrea Renzi), il marito di Giulia, si sente a disagio e messo in disparte al punto che torna a vivere a casa dalla madre.
Nella speranza di poter intercettare lo spigoloso mondo emotivo del bambino, Giulia non gli impone né regole, né codici di comportamento e, quando Mario combina qualche pasticcio di troppo, il giudice minorile (Lucia Ragni) e Adriana (Anita Caprioli), la psicologa che lo segue, decidono di strapparlo a Giulia e darlo in affido ad un’altra famiglia.
Più che una pellicola sulle eterne contraddizioni di una Napoli lacerata, il regista vuole raccontarci una travolgente, ma impossibile storia d’amore tra una donna di estrazione borghese, che sogna di diventare madre e uno “scugnizzo”, acuto, sanguigno e ribelle, nato nelle viscere della terra, che non accetta regole e steccati.
Il film ruvido e spiazzante ruota infatti intorno al disperato bisogno di Giulia di far breccia nel cuore di Mario, un bambino che le ha rapito l’anima e il cuore.
Mario è un’anima dispersa, un bambino sconfitto e disilluso che, dopo aver vissuto in una famiglia scompaginata e degradata, non coltiva più nessun sogno nel cassetto.
Mario, già troppe volte preso a sberle dalla vita, per sopravvivere, si rifugia, di tanto in tanto, in un proprio mondo fantastico dove incontra Schad Sky, una creatura frutto della sua fertile immaginazione.
Giulia è una donna pulsante, al cui confronto le persone che le ruotano intorno sembrano statue di sale. Insegnante di storia dell’arte, elegante e sorridente, sembra custodire nel proprio cuore antiche ferite, dolorosi inganni ed amare delusioni.
Lei non impone a Mario determinate scelte, non lo rimbrotta se il suo comportamento è dissonante da quello degli altri compagni di classe, ed è lì, al suo fianco, nella speranza di poter far capolino, anche in punta di piedi, nel suo mondo emotivo.
Invano prova a coinvolgere il marito e a scuoterlo dal suo torpore affettivo. Come gli altri personaggi del film, alla costante ricerca della propria identità, Sandro, invece di lottare al fianco di Giulia e proporsi come un genitore affettivo e normativo, abbandona il campo e va via di casa.
Invano Giulia urla ai quattro venti che Mario, dopo aver trovato, finalmente, una vera casa e qualcuno che lo ama, sta trovando un suo equilibrio. Spirito ribelle ed anticonformista, Giulia si batte per evitare che la madre naturale, una donna malsana ed anaffettiva, scompaia dalla vita di Mario e che lui rompi bruscamente con il proprio passato.
Ma, quando esporrà al giudice minorile e a Adriana queste sue convinzioni, finisce per aggrava ulteriormente la sua già precaria situazione e Mario le verrà sottratto definitivamente.
Al fianco di una convincente Valeria Golino, un tenero e disarmante Marco Grieco (premiato all’ultimo Festival di Locarno). Cameo di Nunzio Gallo.
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