La Spagna, funestata dalla Santa Inquisizione, vive in un clima di terrore. A Francisco Goya, detto Paco, (Anthony Franciosa), il re Carlo IV (Gino Cervi) commissiona l’affresco di una cupola.
Sensibile agli orrori perpetuati in nome della religione, piuttosto che dipingere angioletti e cherubini, il pittore decide di prendere come modelli la gente del popolo. Il re, accompagnato dalla Regina Maria Luisa (Lea Padovani) e dal fido Bayeu (Renzo Cesana), Maestro dell’Accademia, dopo qualche incertezza, apprezza l’opera e nomina Goya “pittore di corte”.
Con l’alibi che è Carnevale, il popolo scende in piazza e brucia i manichini che riproducono l’effige del potente e repressivo primo ministro Manuel Godoy (Amedeo Nazzari).
Ma dalla parte del popolo si schiera anche la giovane principessa Maria del Pilar Cayetana, (Ava Gardner), donna invisa dalla regina e non insensibile al fascino di Goya. Cupido lancia le frecce e il pittore e la principessa diventano inseparabili.
Per le sue simpatie verso il popolo Maria è però mandata in esilio e lei, per non compromettere l’amato, finge di avere una relazione con il conte Sanchez (Massimo Serato).
Goya, disperato, si ammala ma poi, è arrestato e messo sotto processo per aver dipinto La Maja Desnuda, quadro ritenuto dal Tribunale della Santa Inquisizione, osceno e peccaminoso.
Grazie all’intercessione del Re, Goya è liberato. Intanto il diabolico Godoy, dopo aver favorito l’ingresso dei francesi in Spagna, chiede a Maria di schierarsi al suo fianco e tradire il suo popolo. Maria, rifiuta, sdegnata, e Godoy, temendo la sua influenza sul popolo…
Koster, modesto artigiano della macchina da presa, (autore però dell’irresistibile Harvey), fedele ai canoni del melò, mostra Goya e Maria, due innamorati che, vittime degli intrighi di potere, non riusciranno a coronare il loro sogno d’amore.
La pittura di Goya compare solo nelle prime battute, con la visione del mirabile e “provocatorio” affresco e sul finale, quando un severo e intransigente Inquisitore, cerca di inchiodarlo per aver dipinto la “scandalosa” La Maja desnuda (che per tutto il film non si vede mai).
La vicenda è un po’ troppo romanzata e Goya é descritto sia come un uomo sensibile e battagliero che sposa gli ideali di giustizia e libertà del suo popolo, che come un pittore che non si fa scrupoli di dipingere al soldo dei francesi invasori.
Koster diluisce la narrazione con alcuni balli tra l’avvenente Gardner e l’ingessato Franciosa, s’affida ad una sdolcinata musica in sottofondo e, nel rispetto delle cifre stilistiche del genere, riprende più volte i due innamorati in pose plastiche che, invece, di suscitare pathos e commozione, strappano qualche sorriso.
Da segnalare sul pittore spagnolo il film tv di Luigi Magni Cinema! con Lando Buzzanca nei panni di Goya e Virna Lisi in quelli di Maria del Pilar.
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