Franco, ricco industriale, muore e la moglie Margherita (Catherine Spaak) detta Mimmi, scopre che l’aveva sempre tradita e che, in gran segreto, aveva allestito una garconniere, arredata da luci e specchi, con la musica in sottofondo, e uno schermo gigante per la proiezione di video osé.
Inoltre, il marito, in un libraccio, aveva catalogato le amanti in base all’esperienza, disponibilità, acquiescenza e, in una vecchia registrazione, lo vede mentre si eccita, picchiando una delle sue conquiste.
Intuito che il mondo della sessualità è, per lei, è ancora un mistero, per erudirsi, compara da un rigattiere (Vittorio Caprioli) un trattato dal titolo: “Psicopatia sexualis” e, scoperta l’esistenza delle diverse forme di perversioni sessuali, decide di vendicarsi idealmente del marito, concedendosi dapprima a Sandro (Gigi Proietti), amico di vecchia data e, successivamente, a Giulio (Frank Wolff) il dentista, a un istruttore di tennis (Philippe Leroy), fino a prostituirsi con uno sconosciuto (Gabriele Tinti), rimorchiato in strada.
Ad una festa incontra Otto Frank (Luigi Pistilli), un violento che la picchia e poi la possiede. E’ poi la volta di Fabrizio (Renzo Montagnani), il marito di Claudia, la sua migliore amica.
La madre (Nora Ricci) sempre più preoccupata per i comportamenti insoliti e dissipati della figlia, la fa visitare da un anziano professore (Paolo Stoppa) che, a sua volta, la invia dal dottor Carlo De Marchi (Jean Luis Trintignant), per delle indagini cliniche.
E’ amore a prima vista e Mimmì, dopo essere convolata a nozze con il dottore, può finalmente, placare i suoi bollenti spiriti. Sul finale, si scopre che la sua sessualità di Mimmì è ancora immatura, al punto che si eccita solo mettendosi a cavalcioni dello sposino.
Commedia che, nelle intenzioni del regista doveva essere una specie di proclama femminista ante-litteram, con la protagonista nei panni di una donna libera e emancipata che sceglie le sue prede, le usa per il proprio piacere e poi le getta via. A ben vedere, quello che aveva ferito maggiormente Mimmì non erano stati i tradimenti del marito, ma il fatto che non l’abbia mai coinvolta nei suoi giochetti erotici.
La storia, è molto ironica e garbata anche se, in qualche modo segna il passo perché, in maniera prevedibile, si assiste alle conquiste dell’annoiata, nevrotica e borghese protagonista, che non sembra trarre chissà quali gioie e gratificazioni dalle sue esperienze trasgressive. Con quel misto di innocenza ed erotismo, la Spaak è deliziosa e, sempre sorridente, ironica e spontanea, dona al suo personaggio un tocco di gran classe.
Caprioli compare, di sfuggita, solo in una singola scena nei panni del libraio. Esordio nelle commedie sexy di Renzo Montagnani, uno degli attori che, forse, più di tutti ha legato, il proprio nome al filone, anche se ha finito per imprigionarlo nel toscanaccio perennemente a caccia di sottane.
Uniche apparizioni nelle commedie sexy del grande Jean Luis Trintignant, di Gigi Proietti, Luigi Pistilli, Gabriele Tinti e Frank Wolff.
Discorso a parte per Philippe Leroy, che esordisce nel filone con questo film, ma prosegue poi con La nuora giovane di Luigi Russo (1975) e con Bello di mamma di Rino Di Silvestro (1980), passando per i drammatici-erotici La svergognata di Giuliano Biagetti (1974) e Quella strana voglia d’amare di Mario Imperioli (1977).
Per un approfondimento sul tema si rimanda al volume di Ignazio Senatore “La commedia sexy alla napoletana Enzo Cannavale, Vittorio Caprioli Carlo Giuffrè”, edito da Il Foglio Letterario – 2024
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