Il dottor Sturges (Klaus Kinski) corre al capezzale di Greta (Ewa Aulin), una donna che ha perso la memoria, dopo un incidente mentre era nella sua carrozza. Ospite di Walter Ravensbrook (Sergio Doria) e della moglie Eva (Angela Bo), la tenera Greta non impiegherà molto tempo a infiammare il cuore dei giovani padroni di casa.
Nel frattempo Sturges, nel suo laboratorio, è alle prese con esperimenti sui cadaveri e riesce a dar vita a uno di essi, ma è soffocato da un misterioso assassino. Eva è stregata da Greta ed, essendo gelosa dell’amore che lei nutre per il marito, per punirla la mura viva in una stanza del castello.
Ma il fantasma di Greta appare nel corso di una festa in maschera ed Eva, sconvolta, si lancia nel vuoto.
Sconnesso, ridondante e carico di effetti di genere, il film, spruzzato di un pizzico di erotismo e di morbosità, ricalca senza molta originalità il filone gotico, ma è fin troppo ricco di sottostorie che confondono lo spettatore e appesantiscono inutilmente la trama.
Le sequenze migliori sono le allucinazioni che colpiscono Gertrud, la cameriera dei Ravensbrook che prima di scappare dal castello visualizza nella sua stanza il povero Franz. Aristide Massaccesi (che si firma Joe D’Amato) da buon artigiano della macchina da presa offre il meglio di sé quando filma, alternativamente e in rapida sequenza, il fantasma di Greta dapprima con il suo volto angelico e un attimo dopo con un teschio al posto del bel visino.
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