La perdizione (Mahler) di Ken Russell – GB – 1974 – Durata 115’

2 Marzo 2022 | Di Ignazio Senatore

Figlio di un modesto operaio ebreo, che tira la cinghia per mettere da parte i soldi e fargli studiare musica, il piccolo Gustav Mahler (Gary Rich), s’impegna, senza successo, per ottenere una borsa di studio. Ma Gustav, cocciuto e testardo, diventa in breve tempo un abile pianista e il padre, sempre più avido di denaro, gongola, intuendo che il figlio possa trasformarsi in una miniera d’oro.

Divenuto adulto, Gustav (Robert Powell) sposa Alma (Georgina Hale) e compone diverse opere. Instabile emotivamente e dilaniato dall’ansia di non riuscire a diventare famoso, con l’avanzare degli anni, diventa ancora più incupito, anche grazie alla follia che ha colpito il fratello Otto, valido musicista, ricoverato in manicomio.

Gustav punta a diventare direttore dell’Opera di Vienna e comprende che, per ottenere l’ambita carica, l’essere ebreo è un ostacolo ed è più utile convertirsi alla religione cattolica. Ma la sua salute è irrimediabilmente minata da un male.

Dopo L’altra faccia dell’amore e Lisztomania il regista inglese omaggia la controversa figura di Gustav Mahler e lascia che la vicenda si svolga per gran tempo nella carrozza del treno, diretto a Vienna, dove il compositore, accompagnato dalla moglie, si sta recando per dirigere la “Terza Sinfonia”.

Il fantasmagorico Russel inonda la vicenda con dei sogni/incubi del musicista e con dei continui flashback che ci riportano indietro all’infanzia travagliata di Gustav e, successivamente, al conflittuale rapporto con la moglie, sua musa ispiratrice, ma legata sentimentalmente, ormai, ad un altro uomo.

Nel complesso, Russell ci regala un ritratto del compositore boemo, pieno di ombre e con poche luci e lascia un po’ sullo sfondo le composizioni del grande musicista.  Oliver Reed, attore feticcio del regista di Southampton, compare in un cameo nel ruolo di capostazione.

Per un approfondimento sul tema si rimanda al volume di Ignazio Senatore “Cantanti, musicisti e rock band”, edito da Arcana.

 

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