La spettatrice di Paolo Franchi – Italia – 2004 – Durata 100’

10 Giugno 2022 | Di Ignazio Senatore

Valeria (Barbora Bobulova), giovane interprete, è innamorata segretamente di Massimo, (Andrea Renzi), il dirimpettaio che, da Torino, si trasferisce a Roma per lavoro.

Valeria lo segue nella capitale e, per conoscerlo, entra in contatto con Flavia (Brigitte Catillon), la compagna di Massimo, una scrittrice più grande d’età di lui, che ha bisogno di una segretaria che trascriva il suo ultimo saggio sul marito defunto.

Il rapporto tra Flavia e Massimo é in crisi e lui, colpito dalla delicatezza, timidezza e silenziosità di Valeria, inizia a interessarsi a lei.

Quando le dichiara l’amore, Valeria scappa, prende il treno e ritorna a Torino.

In questo film sospeso e sussurrato, il regista Paolo Franchi (Nessuna qualità agli eroi, E la chiamano estate, Dove non ho mai abitato…) strizza l’occhio al cinema di Kieslowski e al suo capolavoro Non desiderare la donna d’altri e mette in campo tre personaggi che prendono le distanze dalla vita. Valeria, cuore in inverno, profondamente implosa in se stessa, è incapace di accedere alle proprie emozioni.

Condannata a non poter vivere la propria vita da “protagonista”, ma da “spettatrice”, può solo nutrirsi della fantasia infantile di poter “spiare” il dirimpettaio di cui si è invaghita.

Certa di essere vuota dentro e di non possedere gli strumenti emotivi per poter instaurare una relazione affettiva significativa, quando gli eventi le offrono la possibilità di coronare il sogno d’amore, si ritrae e scappa via.

Ma forse, a ben vedere, Valeria ritorna a Torino anche per tenere stretto un sogno, perfetto nella sua fantasia, che deve rimanere astratto e che la deluderebbe se diventasse reale.

Flavia e Massimo, dal canto loro, trascinano un rapporto ormai spento. Flavia, la più matura e forte dei due, grazie all’ingresso in campo di Valeria, trova la forza per chiudere il rapporto e, inconsapevolmente, spinge Massimo tra le braccia di Valeria.

In questo fulminante esordio Franchi non inserisce altre sottostorie, né personaggi di contorno e s’affida a dei silenzi carichi di pathos e ad una recitazione tutta tesa a sottrarre di Barbora Bobulova, affiancata da un misurato e calibrato Andrea Renzi.

A fare da cornice ai protagonisti una Torino gelida e anonima, una Roma notturna e una Trieste ventosa. David di Donatello Nomination Miglior regista esordiente.

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